Ho sentito parlare per la prima volta del Gowanus Canal nel romanzo “La Città Invincibile“, dove il limpido corso d’acqua era il luogo di un delitto efferato; oggi è ormai uno scorcio noto, che vedo spesso mentre attraverso Brooklyn, durante il ditour in bici verso Coney Island. Vi ho già detto che ho studiato a Venezia e per questo motivo sono abituato ai canali inquinati, ma il Gowanus supera decisamente ogni fantasia.
Nel 2010 è entrato a far parte dei Superfund, la lista federale dei luoghi abbandonati e disastrati, che ricevono grandi somme governative per essere risanati. Nel frattempo si è formata un’organizzazione, la Riverkeeper, che controlla e protegge l’acqua della baia e dei canali tributari. Sprezzanti del pericolo, questi temerari navigano in lungo e in largo su queste torbide acque, per capire meglio da che parte cominciare a ripulire e per rendere gli abitanti della zona consapevoli di quanto lavoro ci sia da fare e di quanto essi possano contribuire, evitando di considerare il canale una fogna.
A detta di questi esperti, il fondale è uno strato gommoso di maionese nera, profondo tre metri e composto da ogni genere di inquinante conosciuto e sconosciuto. Secondo i calcoli, ci vorranno almeno dieci anni perché il Gowanus possa tornare a respirare: noi non vediamo l’ora, ma nel frattempo preferiamo osservarlo a debita distanza.
Scrivete a tommaso-at-ditourviaggi.com se volete contattare l’autore di questo articolo.
Lascia un commento