C’e’ che dopo anni passati nella “concrete jungle,” la città di cemento, a volte ho proprio bisogno di scappare e passare un paio di ore nel verde. E’ proprio un bisogno innato, reminiscenze di quando da piccola nel weekend si andava al parco di Monza e non si faceva altro se non stare seduti sull’erba a piedi nudi. Una cosa meravigliosa insomma, che mi manca tantissimo.
Quindi, per placare le voglie, lo scorso weekend, abbiamo deciso di fare un giro al parco naturale che si trova di fianco a JFK. Lo so, lo so. Starete tutti pensando che un parco naturale di fianco a un aeroporto “anche no” — e infatti anche io pensavo non ne valesse la pena. E invece…invece l’esperienza mi e’ piaciuta. Fosse solo per la vista di Manhattan da lontano o per aver respirato l’aria salmastra della baia per un paio d’ore.
Dovete sapere infatti che il “Jamaica Bay Wildlife Refuge” (e mi raccomando quando chiedete indicazioni pronunciatelo correttamente – ‘refiug‘ e non ‘refiugii‘ – che sono stata oggetto di scherno per tutta la giornata, dato che la seconda pronuncia indica ‘campo profughi’, mentre voi state cercando di andare al rifugio per la fauna selvatica — vabe, a meno che non stiate cercando asilo politico) e’ parte di un parco naturale che copre gran parte della baia di New York, e offre oltre a molti sentieri e spiagge, anche un sacco di attività come bird-watching o kayaking.
Come primo approccio al parco abbiamo deciso di iniziare soft, e ci siamo quindi recati all’entrata quella a due passi da JFK, che e’ facile facile da raggiungere: prendete la metro A fino a Broad Channel e camminate per mezzo miglio circa in questa sorta di quartiere a meta’ tra il reale e il surreale, sicuramente molto patriottico! Sembrava quasi di essere in “The Truman Show” e a momenti ci aspettavamo una di quelle cose come di vedere le telecamere apparire e scomparire da dietro la porta di una delle casette bianche, rigorosamente vuota, e lasciata in balia del vento marino.
In ogni caso, dopo aver passato questa sorta di cittadina fintissima, dove l’unico appiglio alla realtà e’ dato dagli schiamazzi di alcuni bambini che ridevano e scherzavano nel loro porticciolo dietro casa, con tanto di vista su Manhattan e barchetta appresso, arrivate al Visitors’ Center, dove una simpatica vecchietta vi spiegherà tutto quello che c’e’ da sapere sul parco, inclusi i sentieri da intraprendere e le regole rigorosissime da seguire (NON TOCCATE NIENTE CHE ROVINATE L’ECOSISTEMA!!!) per non venire catapultati fuori all’istante.
Le passeggiate offerte non sono lunghissime ne tantomeno impervie: perfette per chi volesse semplicemente respirare un poco di aria marina e stare al di fuori della città’ giusto per un pomeriggio. Ovviamente una delle cose più belle e’ la vista di Manhattan in lontananza.
L’aspetto piu’ interessante di tutta l’esperienza pero’, e’ che in effetti vi renderete conto di quanto “wildlife” per i newyorkesi sia un concetto proprio diverso. Ad esempio:
– la vecchietta era particolarmente esaltata per il fatto che in settimana ci sono stati degli avvistamenti di ochette e anatrelle. E in effetti abbiamo visto due famiglie di anatre, con tanti anatroccoli puffosissimi e sofficissimi (a vista, ovviamente, perché, no, mica li abbiamo toccati, ve l’ho detto prima!) che a momenti ci si scioglieva il cuore. Pero, non so voi, ma da dove vengo io le anatrelle di trovano un po’ ovunque. Che dire, per me, italiana, “wildlife” vuol dire cerbiatti, conigli e cinghiali. Vabe, anche vipere a volte, per i più’ sfortunati. Per i newyorkesi si tratta di anatrelle e di millepiedi.
– la suddetta vecchietta ci ha anche consigliato di stare sui sentieri segnalati perché il sentiero diventava un poco impervio a un certo punto, e noi avremmo dovuto seguire il sentiero “meno impervio.” Ovviamente non abbiamo notato la differenza, e abbiamo proseguito sul sentiero che secondo noi era quello più’ semplice da fare, che in effetti si e’ rivelato essere quello sbagliato, dato che ci siamo ritrovati in tutt’altra zona rispetto a dove volevamo andare. E comunque e’ più impervia la strada da casa mia all’ufficio. Così, per dire.
– La vecchietta si e’ pero’ dimenticata di dirci che nel parco e probabilmente sulla spiaggia avremmo trovato degli animali che, a dirla tutta, hanno cambiato il senso dei miei incubi per sempre. Quindi tanta eccitazione per le anatrelle, e si dimentica di dirci che potremmo incontrare delle piattole che manco Alien. Come potete notare nella diapositiva qui sotto, si tratta di animali che sembrano bed bugs enormi, e che hanno una corazza indistruttibile da una parte, e delle zampine da granchio dall’altra. Questi “horseshoe crabs,” così si chiamano, vengono direttamente dal tempo dei dinosauri e sono a quanto pare utilissimi per l’ecosistema. Con più di 450 milioni di anni sulla corazza, questa specie animale e’ considerata un “fossile vivente” e, leggendo leggendo, si scopre anche che hanno il sangue blu (non regale. Il sangue e’ proprio di colore blu.) Insomma, più’ wildlife di così…si muore!
(Si, OK, abbiamo toccato l’animale con un piede per poterlo girare e fare una foto documentario… trasgressori delle regole…)
In conclusione: se una domenica d’estate a New York non avete nulla da fare, fatevi un giretto in questa oasi naturale. Fate attenzione a incontri ravvicinati con le anatrelle e i dinosauri e, arrivati alla spiaggia date un’occhiata alla vista su Manhattan. Da lontano, con tanto si spiaggia e mare davanti la panoramica e’ ineguagliabile.
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