Dovete sapere che da quando mi sono trasferita a New York, Chicago e’ diventato un appuntamento fisso. Detto cosi sembra un po’ contraddittorio. La verita’ e’ che per una cosa o per l’altra, sono dieci anni che ogni anno spendo almeno una decina di giorni a Chicago per lavoro. Infatti, ora che ci penso, Chicago e’ stato il mio primo vero viaggio di lavoro, in trasferta, con colleghi e clienti e un calendario di eventi, meeting e impegni che il viaggio di ritorno in aereo erano le uniche due ore di sonno in cinque giorni.
In ogni caso. Sto divagando come al solito.
Quest anno, dato che anche mio marito doveva andare nella Windy City per lavoro, mi sono aggregata al suo team — principalmente perche’ il suo gusto in fatto di hotel e’ a dir poco superbo. Hard Rock Hotel, The Public, The Virgin Hotel: i viaggi precedenti mi hanno sempre lasciato a bocca aperta. Ma quest anno…oh, quest anno ha superato se stesso.
Quest anno abbiamo alloggiato in un hotel che, passaste per Chicago, SIETE OBBLIGATI a starci: il Chicago Athletic Association e’ un vecchio edificio del 1893, allora occupato da un club sportivo esclusivo (ed esclusivamente maschile) dove l’elite chicaghese di allora si sollazzava in palestre, piscine, bagni turchi e, ovviamente, in lounge con caminetti, morbidi sofa, scotch e sigari.
Ora, dato che lo sapete quanto sia affezionata alle liste, vi do cinque motivi per prenotare la vostra camera immediatamente.
- L’edificio in se’. Meraviglioso. Sembra di essere in un museo che non finisce mai. Oltre all’entrata sontuosa, le aree comuni sono ora piscine svuotate, ora palestre e campi di basket. Da vecchi armadietti a bagni turchi trasformati in hamburgherie. Se siete appassionati di vintage, architettura degli anni ’30 e memorabilia sportivi, dovete per forza farci un salto.
- I dettagli. Nonostante uno dei miei mentori lavorativi me lo dica sempre che “the devil is in the details,” mai come in questo hotel si capisce quanto da qualche parte nella linea temporale qualcuno abbia passato un sacco di tempo a capire come fare a far diventare l’esperienza di questo hotel veramente indimenticabile. E per una nerd come me, che impazzisce per i piccoli tocchi e la maniacalita’ dei dettagli pensati appositamente per divertire i cervelli troppo veloci e irritatamente instancabili, ogni cartolina, angolo decorato, ringhiera in ferro battuto e targhetta con la storia sportiva d’America, e’ fonte di immenso piacere intellettuale e meraviglia, sorpresa, apprezzamento della bravura di chiunque abbia trasformato questo edificio in una esperienza a meta’ tra il fittizio e l’estremamente reale.
- I ristoranti. Tanti, per essere un hotel. Impeccabili e veramente buonissimi, per essere un hotel. Oltre al Cherry Circle Room, la vecchia sala in cui gli atleti si prendevano un drink dopo la palestra, trasformata in un ristorante sopraffino, con cocktails incredibilmente buoni e piatti finiti al tavolo con tanto di momento di show, c’e’ anche: due caffetterie (una delle quali, The Milk Room, si trasforma in uno speakeasy di sera;) una Game Room, una sorta di pub all’antica, con tanto di campi di bocce e shuffleboards; e un ristorante sul tetto, Cindy’s, con una vista incredibile sulla citta’.
- The Game Room. La stanza dei giochi. Dove abbiamo passato una serata divertendoci come pazzi, giocando a quei giochi di società dove ci si dimentica di essere nel ventunesimo secolo e non si guarda il cellulare nemmeno per un nanosecondo — perche ridere e mangiare in compagnia e’ molto più’ divertente che stare tutta la sera a guardare i propri social media.
- L’esclusività che pero non e’ esclusività. Sul loro sito mettono in bella mostra il fatto che “Una volta arrivato a Chicago ti senti come parte di un club. Una volta che ci metti piede, ci appartieni.” La prima frase che si legge sulla loro homepage e’ il fatto che “All are welcome: tutti sono benvenuti.” Con l’occhio marketing mi immagino che la percezione di un hotel che apre in un vecchio club d’elite per soli uomini possa mandare un paio di problemi di percezione di brand — specialmente se calcoliamo l’ondata neanche molto recente di una serie di hotel in cui si puo’ accedere solo se membri, come Soho House. E in effetti una volta messo piede nell’hotel ci si sente a casa. Ci si sente come se “you belong.” Ci si sente come in un club. Ci si sente felici con il proprio senso di appartenenza. Che, in una citta’ come Chicago, vuol dire tutto.
Per maggiori informazioni: https://www.chicagoathletichotel.com.
Mi Sono visto tutte le foto su instagram ed è davvero bellissimo, gli hotel “a tema” mancano un po’ in Italia
Con il lavoro che faccio io al massimo becchi quelli più trash, paese che vai…
In effetti si, in America amano le cose a tema! E’ per quello che vivo qui haha!