Partendo dal presupposto che trovare lavoro può essere in qualche modo paragonato alla ricerca dell’anima gemella, in questo articolo di “To Whom it May Concern: I LOVE YOU,” vi parlerò della differenza tra il Curriculum Vitae e il Resume.
Iniziamo dicendo che ve ne do’ atto: il linguaggio dell’amore e’ universale, fatto di sguardi, di baci, di movimenti. Ma forse andare a cena con una ragazza che parla una lingua totalmente diversa dalla vostra potrebbe essere molto faticoso.
Certamente, ci sono milioni di casi in cui le barriere linguistiche sono state abbattute da uno sguardo languido e una passeggiata romantica sotto le stelle – ma e’ pur sempre un bel rischio da correre, non vi pare?
Traducendo quanto appena detto in termini lavorativi, parliamo della prima distinzione netta da affrontare tra ricerca di lavoro in Italia e in America: la differenza tra quello che in Europa chiamiamo Curriculum Vitae e che negli Stati Uniti invece è il Resumè.
Se state cercando lavoro a New York o in generale negli US, scordatevi dell’Europass e dei modelli europei che trovate sui siti più o meno ufficiali: come dice la terminologia stessa, si tratta di documentazione pensata appositamente per l’Europa.
In America, al contrario, si predilige la brevità, la concisione e la precisione. Per farla breve: mentre il CV per sua natura a volte supera le tre pagine, è quasi obbligatorio non andare oltre la prima pagina del Resumè per chi non avesse più di dieci anni di esperienza. Ovvio, a noi italiani piace parlare, dilungarci e descrivere con precisione ogni mansione svolta o addirittura ogni carica lavorativa intrapresa nel nostro percorso – anche quelle che non hanno nulla a che fare con la posizione che stiamo perseguendo. La grande notizia è: per una volta, dovremo farne a meno, e cercare di arrivare al punto, e in fretta.
Parlando della struttura generale dei due documenti, il Resumè è anche molto diverso per quanto riguarda le sezioni e le spiegheremo nel dettaglio negli articoli successivi.
Per il momento diciamo solo che: non è necessaria la fotografia – sia per motivi di correttezza e non discriminazione, sia per ragioni legate puramente allo spazio, il vostro bel faccino in formato tessera in alto a sinistra sul Resumè verrà probabilmente eletto a oggetto di scherno del giorno. Per un datore di lavoro americano, infatti, oltre a non essere necessaria, la fotografia è vista come un atto di presunzione non indifferente. Questo non vuol dire che non siano interessati alla cosidetta “bella presenza”, ma che semplicemente utilizzano altri strumenti per testare la vostra competenza in quell’ambito – come il colloquio, o più semplicemente Google e i Social Media (dei quali parlero’ più ampliamente nei successivi articoli).
In secondo luogo, dato che di solito il recruiter medio ha a disposizione circa due secondi per Resumè, la parte più importante dello stesso è una sezione che è inesistente sul CV: l’Objective – ovvero il vostro obiettivo di carriera. Immaginatevi questa scena: anche le più piccole aziende americane ricevono quotidianamente almeno una decina di richieste di lavoro – che verranno perlopiù ignorate nel caso non stessero cercano un nuovo impiegato. Sopravvivere a questa montagna di Resumè è possibile solo nel caso in cui ci si prefissino dei criteri e delle parole chiave che verranno cercate a una prima lettura del documento. Nel caso i primi due secondi di “Skimming” non dessero i risultati sperati, il recruiter non si fara’ assolutamente nessuno scrupolo a cestinare il vostro curriculum.
Di nuovo dunque ribadisco: precisione, concisione, rilevanza e ovviamente, massima attenzione ai dettagli. E mi sembra inutile dirlo (ma forse no:) il resume deve essere scritto rigorosamente IN INGLESE.
APPROFONDIMENTO: To Skim or To Read?
Nell’era della sovrabbondanza di informazione, nessuno legge più con attenzione: il processo di “scansione” prende invece il posto dell’accurata analisi del documento che solo chi ha tempo e poche informazioni da analizzare può permettersi di fare.
Lo skimming, in particolar modo è molto importante per chi lavora nella ricerca del personale. Si va alla ricerca di due cose fondamentali:
- Parole chiave che ci si è prefissati in partenza
- Errori grammaticali o di spelling
La percentuale di curriculum che passa la prima scrematura, solitamente effettuata da una macchina ad intelligenza artificiale – nemmeno da un essere umano! – e tra il 5% e il 25%: bassissima! [Statistiche tratte da WSJ: “Did you get my resumè”]
Ciao! Ho visto il video su YouTube “Bisogna avere le idee chiare per rimanere a NY” di Aldo Mencaraglia e così ho trovato il sito. Molto bello non c’è che dire! Domanda: per chi, nato a metà degli anni 80, ha scelto di non proseguire gli studi (l’opposto di adesso visto che ormai si laureano cani e porci) ed ha un diploma di liceo, cosa può sperare di avere? Io, 31 anni, quasi 9 anni da operaio in metallurgia siderurgica (sono comunque capoturno), supponendo di mollare tutto cosa potrei venire a fare li? Non ho un’idea precisa! Già vivo da solo da qualche anno quindi l’arte dell’arrangiarmi non mi manca! Grazie
Ciao Alessio, ne parlero poi più avanti, ma di solito per ottenere un visto bisogna essere parecchio specializzati (o avere una buona somma di denaro da investire in una compagnia propria per auto-sponsorizzarsi il visto.) Sicuramente ci sono molte opportunità, ma l’importante e’ almeno avere un’idea del campo in cui si vorrebbe andare, in maniera tale da almeno fare un percorso di studi o professionalizzante in quella direzione per fare innanzitutto networking e in generale capire com’e’ la realtà americana. Il mio consiglio e’ di pensare a lungo a cosa vorresti fare in America e poi fare tanta ricerca per capire come entrare nel campo. In bocca al lupo!
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