Questo articolo avra’ probabilmente un non so che di raccapricciante e rabbrividevole, ma ci tenevo a condividere alcuni pensieri su una situazione che sta succedendo a New York in questi giorni e che mi spaventa non poco.
Molto probabilmente avrete sentito parlare del Serial Killer che si aggira in quel di Long Island, e a quanto pare bazzica anche zone nevralgiche di Manhattan, come Times Square e Madison Square Garden, dato che l’assassino ha pensato bene di chiamare la sorella di una delle sue vittime proprio da queste zone di New York City, cosi’ dicono gli esperti.
Ora, il mio spavento e la mia paura non sono animate dal fatto in se’ che ci sia un Serial Killer che si accanisce contro le prostitute che offrono i loro servizi via internet (piu’ precisamente il sito Craigslist), ma dipendono dal fatto che, appena appresa la notizia da uno dei tanti quotidiani che ne parlavano, mi e’ sembrato di essere stata catapultata in uno dei tanti telefilm americani che sono molto in voga al momento, e che si specializzano nel vivisezionare con attenzione maniacale la mente e le convoluzioni cerebrali di serial killer fittizi.
Prendiamo ad esempio Dexter: non so chi di voi sia appassionato di questa serie o la conosca — io ne vado pazza. In Dexter si racconta la storia e le vicessitudini di un serial killer che lavora come esperto ematologo nella squadra Omicidi di Miami. A complicare le cose sta il fatto che Dexter e’ un cattivo con una coscienza e con un determinato codice secondo il quale si autopermette di uccidere solo altri serial killer. Al di la’ del fatto che la morale del telefilm e il suo obiettivo (farti appassionare al personaggio tanto da fartelo piacere e da tifare per lui nelle situazioni che lo vedono in pericolo) sono di dubbia, anzi dubbissima natura (Hey! Qualcuno dovrebbe dire agli ascoltatori che uccidere e’ sbagliato, anche se si uccidono i cattivi!!!), quello che mi fa riflettere e’ l’effetto che queste serie televisive stanno avendo sulla realta’ quotidiana della nostra societa’ — sia da parte degli emulatori, sia da parte dell’opinione pubblica.
E’ stato detto infatti che il serial killer di Long Island ha un’ottima conoscenza delle metodologie investigative della squadra Omicidi, tanto da far pensare di appartenere o aver appartenuto alle forze dell’ordine. Inoltre, il nostro cattivone sembra convinto del suo operato dato che dalle famose telefonate alla sorella della vittima (sebbene non ne sia stato rilasciato il contenuto vero e proprio) si evince un particolare odio nei confronti delle prostitute e della vita e del lavoro che conducono. Alcuni hanno anche parlato di un profilo iniziale che porta a credere che l’omicida sia uomo, bianco, tra i 30 e i 40, con una vita normale, probabilmente famiglia e figli, originario di Long Island o delle vicinanze (che conosce bene e in cui non ha diffidenza nel muoversi), con un possibile passato di abusi o traumi. Sempre piu’ simile a Dexter.
Facendo un po’ di ricerca mi sono imbattuta in parecchi articoli sulle sue malefatte, e su altrettanti commenti da parte di gente normalissima, ma probabilmente appassionata di serie televisive come CSI o, appunto, Dexter, che tenta di dire la sua sulle indagini, tracciando improbabili profili di sociopatici, e utilizzando parolone indubbiamente apprese dalla televisione.
Capite quindi che non sono sicura se a farmi piu’ paura sia la storia del serial killer in se’, o il fatto che la gente comune pensi subito all’emulazione di un persoonaggio fittizio, e agisca come un esperto della sezione Omicidi della Polizia di Miami. Ancora piu’ agghiacciante e’ il fatto che lo stesso telefilm Dexter abbia scatenato un paio di omicidi nel passato, da parte di fan accaniti che idolatravano il “giustiziere” e hanno tentato di emularlo.
Sia che ci troviamo di fronte a un “Dexter WannaBe”, sia che tutto questo sia una terribile coincidenza, quello che mi preoccupa e’ la reazione della societa’ post-Dexter e post-CSI al fenomeno dei serial killer.
Tutti siamo d’accordo che Batman svolgeva un ottimo lavoro — nel catturare i criminali e passarli direttamente alle forze dell’ordine. Ma Dexter? Uccidere gente che uccide, oltre a portare a galla una certa diffidenza nei confronti delle stesse forze dell’ordine, dei loro metodi e delle loro leggi (le nostre leggi!), ci catapulta indietro di millenni, quando ancora esisteva la legge del Taglione — pagando vita per vita, occhio per occhio, dente per dente.
Come e’ possibile che i commenti agli articoli sul serial killer di Long Island si aggirino sulle linee di: “Se invece di prostitute uccidesse veri criminali sarebbe epico!” o “Be, se uno deve scegliere di essere un serial killer, che almeno uccida altri assassini”. Cosa dice questo della nostra societa’? Dei prodotti mediatici che produciamo e consumiamo? Dei valori che vengono trasmessi? Ci siamo costruiti un clima tale di indifferenza e violenza che sentiamo il bisogno di un giustiziere come Dexter? Ci appassioniamo talmente tanto a un telefilm da costruirci un codice di giustificazioni secondo il quale in certi casi e’ giusto ricambiare con la stessa moneta?
Si potrebbe obiettare che in parecchi anni di trasmissione di Dexter sono solo tre i casi eclatanti di emulazione (includendo il serial killer di Long Island). E ci sono molti altri telefilm dalla morale dubbia che non provocano nessun tipo di idolatria perche’ in fondo abbiamo dei cervelli pensanti e un codice societario o religioso, che dir si voglia, che ci risparmia dal vivere come animali. E inoltre ci sono sempre state le personalita’ un poco deboli o labili, o le persone particolarmente influenzabili che si lanciavano dai palazzi per emulare Superman — e non c’e’ nulla di moralmente dubbio nell’operato dell’uomo da Krypton. Questo non dice nulla sul giusto o sbagliato delle azioni trasmesse in televisione — ma forse rende il lanciarsi da un palazzo piu’, come dire, “capibile” o “giustificabile”?
Da appassionata di telefilm americani — soprattutto Dexter! — trovo il tutto molto interessante, e a tratti agghiacciante.
Sarei curiosa di sapere cosa ne pensa Aldo Grasso (che tralaltro ho avuto il piacere di avere come professore all’Universita’).
Uno scritto che stimola molte riflessioni. Tra le tante te ne propongo una.Tu dici che uccidere i cattivi ci riporta alla legge del taglione, ossia la legge biblica. Giusto accostamento, perché tutta l”epopea dell’America e dei suoi mistici coloni, ha avuto come minimo comune denominatore la Bibbia. L’America non era la nuova Canaan? Perciò era prevedibile che un telefilm del genere ( non l’ho mai visto) avrebbe avuto successo in Usa.E i film western? Il meccanismo è sempre uguale. Alla fine, pum pum, il cattivo è ucciso. Morale essenziale, tipica di un popolo ancora giovane (non si sa per quanto ancora). E piace anche a noi europei, perché ci ricorda di quando eravamo ancora giovani
Grazie per il commento Giampiero, belle riflessioni. Interessante il fatto di connettere la “gioventu'” di un popolo al suo modo di relazionarsi con il prossimo. O forse in fondo in fondo questo archetipo narrativo (molto presente anche nelle favole Disneyane, ora che ci penso, dove l’eroe e’ colui che distrugge il cattivo!) fa parte un po’ della nostra umanita’…in fin dei conti abbiamo tutti bisogno di qualcuno, chiunque esso/a sia, che ci illumini la strada giusta da seguire. Alla fine di vita ne abbiamo solo una, e non possiamo permetterci di sbagliare! 🙂
L’ articolo è interessante ma lo trovo un po’ troppo di parte. Andando ad analizzare la cosa da un punto di vista umano e non legale, non vedo per quale motivo “[…] uccidere e’ sbagliato, anche se si uccidono i cattivi!!!”. Premettendo che io mi ritengo una persona umana e civile, posso avere un parere che deve essere rispettato. E per quanto riguarda la mia opinione seppur a molti di voi sembri una cosa mostruosa o da legge del taglione (forse è un po’ diverso, in fondo ricordiamoci che Dexter non ruba a chi ha rubato, non stupra chi ha stuprato…uccide per rendere la società migliore oltre che, ovviamente, per un bisogno intrinseco alla sua natura) ritengo che l’uccisione di serial killer sia giusta. Un po’ come gli americani differiscono dagli europei riguardo l’approvazione o no della pena di morte. Io mi sentirei più tranquillo se qualcuno eliminasse i serial killer della mia città, proprio senza dubbio. Sempre secondo la mia opinione, solo con l’eliminazione di alcuni elementi la società sarà un mondo migliore. E’ anche vero e possibile che un fenomeno del genere potrebbe non essere controllato e espandersi fino al punto di diventare un’ossessione: è il caso del famoso anime giapponese Death Note che racchiude anch’esso gli stessi concetti di Dexter. E’ innegabile che una cancellazione dei difetti umani porti a miglioramenti come in ugual modo difetti.Un esempio ne è la Repubblica Comunista Cinese (no, non approvo gli ideali comunisti) con il numero più alto di esecuzioni al mondo e una popolazione crescente.Tutto questo al prezzo di un abbassamento dei diritti umani, ma solo nel caso cinese. In definitiva c’è chi, come me, ha diritto di pensare a una vita migliore senza gli scarti della società. : )
Sei assolutamente fuori strada….Le prostitute non uccidono le persone, non violentano i bambini… Più che un Copy Cat di Dexter quest’uomo è invece la più idonea tra le sue possibili vittime.
E se un vero emulatore esistesse, se stesse leggendo o scrivendo, sono sicuro che questo sporco assassino dovrebbe iniziare a sudare freddo, insieme ad un tal prete di Genova e ad un rosso terrorista latitante in Brasile..
Buona serata
Non sono assolutamente fuori strada. Il mio discorso era generalizzato, più indirizzato al “[…] uccidere e’ sbagliato, anche se si uccidono i cattivi!!!” come ho scritto e non si riferiva al killer sopra citato. Pare ovvio anche a me che questo non segua un “giusto codice” andando a uccidere prostitute e che sarebbe una possibile vittima di Dexter.