Si e’ aperta lo scorso venerdi’ l’attesa fiera dell’antiquariato newyorkese, la piu’ importante di tutti gli Stati Uniti. E mi ci sono fiondata appena ho potuto, curiosissima. Piu’ di una sessantina di case d’asta da tutto il mondo si danno appuntamento ogni anno a meta’ ottobre per presentare a un pubblico vario – e stravagante come solo Manhattan sa proporre – tutto quello che puo’ allettare il palato del collezionista (in senso lato): dall’alta gioeielleria ai manoscritti medioevali, dall’arte statuaria antica a complementi d’arredo anni ’30, dal post-impressionismo alla porcellana cinese. Questo atteso evento resiste da ventitre anni nonostante i tracolli economici di mezzo mondo, ed e’ ormai una tradizione per il settore. Ma non funziona come un’asta. Non si respira quella tensione strozzabudella tipica della negoziazione. E’ piuttosto un grande affollato e colorato bazar, dove ogni pezzo esposto, che sia grande come un arazzo, o piccolo come un pendente, e’ pure immediatamente in vendita. L’atmosfera e’ rilassata e un po’ caciarona, la gente si ferma a guardare, a chiacchierare, a commentare liberamente pezzi forse non sempre all’altezza delle aspettative. Per un attimo ho l’illusione pure di potermi portare a casa qualcosa, lo confesso. Magari una lampada Art Deco’. Grande vanto dell’organizzazione infatti e’ che prima di arrivare in fiera, ciascuno pezzo e’ stato attentamente esaminato (“vetted”) da una speciale commissione che ne garantisce l’autenticita’, la legalita’ e la rispondenza rispetto a come descritto. Non poco in tempi in cui i falsi fruttano ancora parecchio (si veda il recente nostrano Briatore che ha comprato uno stock di falsi Rotella per 750 mila euro e ora non sa che farsene). Ma per quanto bazar, i prezzi sono comunque adeguati al mercato, e per la mia lampada decido che posso ancora aspettare (proprio come la volpe e l’uva…). Ingenuamente mi ero fatta l’idea che fosse un modo intelligente di avvicinare il pubblico alle case d’asta, perche’, diciamocelo, non sono sempre posti dove uno entra sereno. Ma poi ci ho ripensato: un collezionista che si puo’ permettere di acquistare una zuccheriera inglese pagando fino a 70,000 dollari e una salsiera in cristallo e oro, 107,000 dollari forse le case d’asta le consoce gia’.
Sicuramente tra il pubblico si nascondeva qualche serio acquirente, qualche coltivato collezionista, ma la maggioranza era fatta dei volti un po’ patinati tipici dell’Upper East Side, quelli di quelli che sono sempre alle prese con un nuovo appartamento da ristrutturare…Si’, perche’ e’ tipicamente newyorkese frequentare questi eventi soprattutto in cerca d’ispirazione per decorare casa. Ho intravisto anche qualche glamorous arredatore pericolosamente fermo ad osservare un tavolo esagonale di fattura giapponese sorretto da tre scimmiette di dubbio gusto. Scommetto che me lo ritrovero’ presto in qualche fashion magazine di arredamento…
Fatti due rapidi giri – si fa tutto sommato abbastanza presto perche’ lo spazio non e’ molto diverso da quello di una nostra sagra paesana – sono tornata a rivedermi qualche casa storica, tipo Wartski (UK), che aveva una bella proposta di argenti inglesi e gioielli di primo Novecento e tre vetrinette Faberge’. L’altro stend con gioielli che mi e’ piaciuto e’ quello di Sandra Cronan Ltd (UK), con qualche Cartier e qualche pezzo della tarda Belle Epoque. Un tavolo in resina naturale nel padiglione di HM Luther (USA) e’ tra i pezzi piu’ validi sotto tutti gli aspetti. L’unica casa d’aste italiana e’ la milanese Quadrifoglio che propone una discreta varieta’ (sia bronzetti che opere lapidee) di pezzi del XVII e XVIII secolo. In Italia siamo messi malaccio anche in questo settore, non c’e’ che dire.
Nel complesso non mi pare ci siano pezzi eclatanti in fiera. Insomma, me ne sono andata via senza rimpianti (ogni tanto ci vuole!), e mi sono goduta senza inibizioni l’atmosfera da Upper East/Upper class.
Sempre a Park Avenue Armory, dall’11 al 14 novembre si apre la fiera dell’Art&Design di New York (www.padny.net) e la lista delle presenze – per l’Italia solo uno stand, ‘Secondome” – fa sperare bene.
October 21-27
The Park Avenue Armory
Park Avenue at 67th Street,
New York, NY 10065
Daily: 11am-7.30pm.
Sunday & last day: 11am-6pm.
Admission $20
Diana Cesi vive e lavora a New York City. Si occupa di mostre, allestimenti, collezioni d’arte al di qua e al di la’ dell’oceano. Per lavoro e per passione visita musei, gallerie, case d’asta di ogni parte di mondo. Insomma fa del suo meglio, rigorosamente senza stress.
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