Definire il newyorkese medio non e’ compito facile. Se in Italia bene o male la popolazione e’ omogenea per quanto riguarda colore, modo di vestire e abitudini, a New York gli abitanti sono un insieme di etnie e tradizioni spesso distanti tra loro. E questo e’ abbastanza scontato se si pensa che piu’ del 35% dei newyorkesi e’ nato al di fuori degli Stati Uniti.
Questa multiculturalita’ e’ cio’ che caratterizza la City e la rende cosi’ affascinante e unica. E’ uno dei motivi principali che ci hanno spinto a trasferirci a Manhattan. Non ci stanchera’ mai il gironzolare senza meta per quartieri quali l’East Village, il Lower East Side (LES), SoHo, Nolita o Murray Hill semplicemente per osservare i newyorkesi. Per vedere come sono vestiti, per cercare di indovinare quale sia la meta del loro cammino o, piu’ semplicemente, per vedere se dopo 3 anni Manhattan sia ancora in grado di stupirci. Per strada di solito si incontra di tutto, dove per “tutto” si intende un “tutto” newyorkese, che e’ mille volte piu’ variegato del pool di stranezze che si puo’ incontrare per le strade di Roma, Milano o Firenze.
Spesso appena esco di casa mi chiedo quanti minuti dovranno passare prima di incrociare il solito individuo in pantaloni corti. E, sebbene normale in estate, vi posso assicurare che anche in pieno inverno con -20 gradi non devo attendere piu’ di qualche minuto. Oppure un personaggio in pelliccia a 30 gradi o un tizio in magliettina sotto la neve. E cio’ e’ spettacolare e fonte di sicurezza allo stesso tempo.
Tuttavia questa alta varieta’ di usi e costumi ha anche i suoi lati negativi nel nostro vivere quotidiano: osservando un gruppo di persone per strada dall’interno di un palazzo non si ha quasi mai idea di che tempo ci sia all’esterno. Quando abitavamo ancora in Italia, la mattina ci svegliavamo e controllavamo fuori dalla finestre che tempo facesse. In base all’abbigliamento dei passanti e dall’uso o meno dell’ombrello adeguavamo la nostra mise. E inoltre, era anche possibile osservare il cielo per scorgere nuvoloni minacciosi o constatare se veramente piovesse.
Tutto questo oramai ci e’ impossibile: complice la location del nostro appartamento che ci permette di vedere solo un triangolino di cielo, l’essere ad un piano alto che ci preclude il vedere se piove sull’asfalto, e una popolazione assolutamente eterogenea nell’abbigliamento. E’ capitato che appena alzati dovessimo contare circa 30-40 passanti per poter fare medie di comportamenti: 30% delle persone con ombrello aperto? Sta piovigginando soltanto. La percentuale sale al 50? Allora sta piovendo in modo consistente. Il 60% indossa un giaccone pesante? Temperatura intorno allo 0. E se e’ l’80%? Freddo becco!
Naturalmente l’individuo con i pantaloni corti lo escludiamo sempre dalle statistiche in quanto poco categorizzabile.
Bel modo di alzarsi la mattina, direte voi. Ebbene, finalmente i nostri teoremi e calcoli sono giunti al termine. Google ha appena lanciato un nuovo servizio meteo associato a Google Earth attraverso il quale e’ possibile controllare che tempo che faccia nella zona scelta, in diretta.
E cosi’, da un paio di mattine appena sveglio, accendo il computer. Seleziono il mio indirizzo e controllo su Google Earth che tempo faccia. In tempo reale e con animazioni. Il risveglio non e’ mai stato cosi’ dolce!
AHAHAHAH che bello, almeno ogni mattina hai una nuova sfida ogni giorno appena alzato!!!!
a N.Y.C. il cielo e’ sempre oscurato da palazzi altissimi e se non ci fosse la tecnologia ad aiutarci non sapremmo come vestirci. ma se in giro continuano ad esserci individui originali e’ xche’ della tecnologia si puo’ benissimo farne a meno basta ascoltare il nostro corpo: se ho freddo mi copro se ho caldo mi scopro alla faccia di Google Earth, basta uscire di casa e poter poi rientrare e accedere al guardaroba