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Storie di Scrub Coreano a New York

28 Luglio 2014 di Cristina Lascia un commento

In questi giorni a New York fa un gran caldo. Ma non e’ il caldo il vero problema. Il vero problema e’ l’umidita’. Che ti alzi al mattino, fai una doccia e non fai in tempo a spegnere l’acqua che sei gia’ sudato.

Per intenderci, c’e’ quella cappa umida e appiccicaticca che ti fa andare in giro in mutande per casa, che poi ti dimentichi, e ti siedi sugli sgabelli di metallo e al momento di rialzarti pensi “E mo’? Magari e’ meglio che dormo qui con un braccio sul tavolo e la testa piegata, ma gli strati della pelle sulle regali chiappe ancora intatti.”

Insomma, e’ umidissimo.

L’unica cosa positiva e’ che la pelle continua a sudare, quindi a eliminare tossine, e ti ritrovi con un’epidermide morbidissima, setosissima e purificata. Praticamente assomigliamo tutti ai pupazzi di neve di Frozen quando arriva l’estate, ma piu’ splendenti e rosei.

Il che mi riporta indietro nel tempo a un episodio che non credo di avervi mai raccontato. L’episodio dello Scrub Coreano in Korea Town. E qui, mi immagino che mia sorella (che legge il sito, o almeno dice di leggerlo) sia gia’ scoppiata in un pianto isterico al sol ricordo dell’esperienza traumatica che le ha bloccato la crescita.

Ma ecco come e’ andata. Correva l’anno 2012, e io avevo appena lasciato il mio vecchio lavoro, in attesa di iniziare quello nuovo. La mia fedele sorellina aveva fatto questo grandissimo sacrificio (buon cuore!) di venire a New York per godersi una settimana “da sorelle.” E da buone sorelle, abbiamo stipato in quella settimana tutta una serie di esperienze da copione, come brunch di sorellanza, shopping di sorellanza, confidenze di sorellanza, aperitivo di sorellanza, crisi isterica con relativi insulti e porta sbattuta di sorellanza, abbracci e “scusami tu no scusami tu” di sorellanza. Insomma, l’unica cosa che mancava era l’esperienza “andare alla SPA di sorellanza” per terminare una settimana all’insegna del bonding fraterno.

Ora, dovete sapere che mia sorella odia le SPA. Pero, dato che avevamo appena fatto pace dopo una litigata furiosa di sorellanza, ha ceduto al mio labbruccio e lacrimuccia e, dopo aver comprato un costume (che le faceva schifo e le stava piccolo, ma era l’unico che abbiam trovato) siamo andate alla SPA coreana aperta 24 ore si 24 per farci fare uno Scrub Coreano.

Che cosa uno Scrub Coreano esattamente fosse: no idea.

Quindi bel belle ci mettiamo in costume, passiamo una mezzoretta tra sauna, bagno turco, e bagno a duecento milioni di gradi Farenheit con limoni, astringente, fino a quando ci chiamano in una saletta con due lettini. Due signore coreane ci fanno capire a gesti che dovevamo toglierci il costume e stenderci sui lettini. Ci guardiamo perplesse, ma poi ubbidiamo.

Appena sdraiate, ci viene detto di chiudere gli occhi e…ci viene lanciato addosso un secchio d’acqua. A meta’ tra l’annegamento e il frastorno, mi ci vuole un attimo per riprendermi e riaprire gli occhi. Guardo mia sorella, su cui nel frattempo era stato iniziato il processo di scrub. Il sangue iniettato negli occhi, nuda come un verme e tutta rossa dagli sfregamenti energici, meno male che la coreana la stava tenendo giu’ di forza perche credo che mi avrebbe strangolato li all’istante.

E quando il processo di scrub e’ iniziato anche sul di me ho capito perche nello sguardo “mo ti spiezzo in due”: Scrub Coreano equivale a un procedimento tipo grattuggia su tutto il corpo, fatto con la paglietta quella per sgrassare i piatti. Quella in acciaio INOX.

Dopo un’ora di pura tortura psicofisica, siamo tornate pietrificate e senza parole negli spogliatoi. La nostra pelle era meravigliosa. I nostri volti risplendevano di luce propria. Non ci siamo pesate, ma credo avremmo perso qualcosa come 5kg di pelle morta.

Per le settimane successive abbiamo stretto un patto tacito di sorellanza e non abbiamo piu’ parlato dell’accaduto — nonostante piovessero complimenti a destra e a manca sulla nostra pelle meravigliosa.

Tuttoggi, sono ancora abbastanza interdetta e, ogni volta che arriva l’estate e la pelle inizia ad essere liscissima, mi viene in mente l’episodio di sorellanza.

Nonostante gli indubbi benefici, non ci sono ancora ritornata per un secondo Scrub (guru di bellezza dicono che se ne dovrebbe fare uno ogni 6/8 mesi, o almeno uno all’anno.) Ma nel caso vi sentiate coraggiosi, o, meglio ancora, nel caso dobbiate fare un regalo al vostro peggior nemico, eccovi l’indirizzo della SPA, che e’ aperta 24 ore su 24, per sole donne fino alle 17 e poi per tutti, belli e brutti: 25 West 32nd Street, #5, Juvenex Spa, www.juvenexspa.com. Good luck,e speriamo ne usciate vivi!

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Cristina: una 9to5-er. Una professionista nel mondo del marketing e comunicazione. Una viaggiatrice linguista. Una sognatrice accanita che crede ancora nelle favole. Eternamente impaziente. In breve: un’italiana a New York che cerca in continuazione di vedere il lato magico nella vita di tutti i giorni.

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