Ciao Stefano, dopo averci parlato della trama del racconto, ci descrivi Josh, l’eroe indiscusso del libro?
Innanzitutto, direi che Josh non è un vero e proprio eroe. E’ piuttosto un idealista, un buono, ma non certo un intrepido eroe. La sua scelta di indagare sulla catena di omicidi e rapimenti che si verifica nel suo piccolo borgo natale deriva, semplicemente, dal fatto che la sua fidanzata viene a trovarsi in pericolo. In effetti, quando Josh apprende dei delitti che si sono verificati a Ravenbourgh, il villaggio dell’Irlanda dove abitano i suoi genitori, il suo primo pensiero è quello di salire a bordo del primo volo disponibile e tornare a New York. E’ quello di fuggire, insomma.
Josh é un personaggio per certi versi autobiografico. Un giovane ancora in cerca di una strada da percorrere, ancora in cerca di un senso e di una ragione per stare al mondo. Anch’io mi sento sempre in cerca di un sentiero, di una luce da seguire, in qualche modo. E’ stato piuttosto difficile scrivere di Josh, scrivere i suoi pensieri e le sue azioni. Gli altri personaggi hanno caratteristiche più definite, tratti più marcati, una psicologia più lineare. E’ stato molto divertente e molto semplice descrivere personaggi come Conor, il padre del protagonista, il druido pazzo Ogwen o Nick, il diavolo. Josh, invece, è molto più problematico e variegato, a metà tra magia e concretezza, passato e presente, antico e moderno. Josh é il collegamento tra il progresso di oggi e la magia dei tempi antichi.
Grazie mille Stefano per il tuo tempo, e a voi fan di iNY.it buona lettura di “Celtic Stones — La rinascita dei druidi!
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