Devo condividere una scoperta appena fatta.
Stavo cercando di organizzare il weekend e vedere cosa New York puo’ offrirmi, sperando che la tanto agognata primavera arrivi. Primo sito che di solito visito quando devo decidere cosa fare nel weekend e’ Time Out New York, che ha una grande selezione di review e commenti su ristoranti, musei, attivita’, ma soprattutto una sezione dedicata a “Cosa fare nel weekend.”
Ebbene, oltre ad aver notato che e’ arrivato il momento della guerra dei cuscini in piazza (“Aprile dolce dormire” come si suol dire…e non poteva mancare uno degli eventi piu’ attesi dell’anno…) ho anche notato che la Brooklyn Brewery sponsorizza l’evento the “4th Annual Meatball Slapdown.” Non riuscendo a capire esattamente cosa fosse di preciso (Competizione di chi mangia piu’ polpette come con gli hotdog? Premio per la polpetta piu’ buona? Applausi a chi diventa una polpetta verso la fine della serata?) ho deciso di visitare direttamente il sito della Brewery, per vedere se magari ci fosse qualche informazione in piu’ sull’evento.
Come ogni sito americano di drink alcolici che si rispetti, la landing page mi chiede se ho l’eta’ per bere (ricordiamo che in America si puo’ legalmente bere a partire dai 21 anni. Che poi tutti lo facciano a casa di nascosto svuotando le bottiglie di Vodka dei propri genitori e ri-riempiendole d’acqua “che tanto il colore e’ lo stesso”, quello e’ tutto un altro discorso.)
In ogni caso. Sta di fatto che stavo inserendo la mia data di nascita, quando ho notato che in fondo alla pagina c’era, in carattere minuscolo, la dicitura: “I’m not of legal drinking age.” Mi sono fermata un attimo, ho mosso il mouse passandolo sopra la scritta e notato che era un link vivo.
Ohhh.
Dove portera’? Ci provo o non ci provo? Umm…dilemma sheakesperiano.
In una frazione di secondo, prima che la mia mano quasi involontariamente cliccasse sul mouse che a sua volta ha cliccato sul link e il mio cuore si fermasse di battere per un nanosecondo restando in attesa degli eventi e aspettandosi di tutto, il mio cervello ha passato in rassegna le diverse possibilita’.
1. Chi e’ cosi stupido da dire la verita’ in ogni caso, dopo che e’ volontariamente andato su un sito di un birrificio.
2. Siamo in America.
3. Il commento numero uno e’ quindi invalido.
4. Cosa potra’ mai succedere? Secondo me mi bannano a vita da qualsiasi tipo di sito alcolico o che abbia un minimo di contenuto non appopriato.
5. Potrebbe essere che mettano il mio indirizzo IP nel libro nero degli indirizzi IP che e’ in diretto collegamento con il server sempre aggiornato dell’attentissima FBI per il controllo della delinquenza minorile e da domani mi trovo un poliziotto davanti casa che tra un donut e l’altro si chiede che dieta io possa seguire per essere minorenne e dimostrare il doppio dei miei anni.
6. Magari non potro’ mai piu’ comprare alcolici negli Stati Uniti
7. E se mi va in corto circuito il computer??
8. Vivo da troppo tempo in America
Be, dopo questo breve impanicamento, mi sono buttata. L’ho fatto. Ho cliccato. E non mi e’ esploso il computer. E nemmeno e’ partita una sirena d’allarme o nulla di che.
Semplicemente (o, oserei dire, beffardamente) il link portava a un altro sito. Il sito della tanto famosa campagna “Got Milk” — ovvero “Hai il latte?” che incoraggia ormai da anni gli americani a bere latte anziche’ Coca Cola o simili, perche’, ovviamente, piu’ salutare.
Dapprima ho sorriso. Poi ho pensato — wow, che geni del marketing. Poi ho pensato — aspetta un attimo, ma quindi alla fine lo sanno che chi clicca sul link e’ in eta’ da ubriacatura legale, perche fossi un ventenne che viene ridiretto sul sito di Got Milk un po mi sentirei preso per i fondelli. O forse no?
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