Fino a qualche anno fa, l’idea di associare New York alla lentezza nei pasti sarebbe sembrata un’assurdità. Quando negli anni ’80 Carlo Petrini cominciò la sua prima campagna contro McDonald, la Grande Mela era all’apice della sua decadenza morale, ambientale e gastronomica. Poi arrivò un periodo di prosperità e insieme un’ondata salutista e biologica, che da New York invase molte città degli Stati Uniti.
Per questo, il 15 maggio, l’Istituto Italiano di Cultura di New York ospiterà colui che maggiormente ha contribuito a questa nuova idea di alimentazione, che in realtà è molto più vecchia dei fast food. Oggi negli USA ci sono più di duecento sedi Slow Food sparse in tutto il paese, che invitano i cittadini ad assaggiare e recuperare il cibo tradizionale della propria regione.
Questo è il manifesto che Petrini ricorderà: “La velocità è diventata la nostra catena, tutti siamo in preda allo stesso virus: la vita veloce, che sconvolge le nostre abitudini, ci assale fin nelle nostre case, ci rinchiude a nutrirci nei fast food…Iniziamo proprio a tavola con lo Slow Food, contro l’appiattimento del fast food riscopriamo la ricchezza e gli aromi delle cucine locali. Se la “fast life” in nome della produttività ha modificato la nostra vita e minaccia l’ambiente e il paesaggio, lo Slow Food è oggi la risposta d’avanguardia. È qui, nello sviluppo del gusto e non nel suo immiserimento, la vera cultura, di qui può iniziare il progresso, con lo scambio internazionale di storie, conoscenze, progetti. Lo Slow Food assicura un avvenire migliore.”
Il ritrovo è sempre al 686 Park avenue, alle 16.30; è sufficiente registrarsi a questa pagina.
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