Sono sempre più convinto che New York sia un labirinto di storie. Abito da un po’ di tempo nei pressi di St. Nicholas avenue, il viale che taglia trasversalmente Harlem e di cui ho sempre trovato un po’ strano il nome. Nella multiculturale New York i toponimi religiosi non sono frequenti ed è difficile trovare piazze o strade dedicate ai santi.
Qualche giorno fa ero nell’Upper East Side e mi sono imbattuto per caso nella chiesa russo-ortodossa di S. Nicola; convinto che in qualche modo c’entrasse con la avenue, mi sono informato e a quel punto mi si sono aperte mille strade, tutte che portano al Santo.
Per prima cosa la chiesa dell’Upper East Side non ha nulla a che fare con il viale, ma è la cattedrale di rappresentanza del patriarca di Mosca negli Stati Uniti.
Fino all’11 settembre 2001, c’era un’altra chiesa, questa volta greco-ortodossa, dedicata al santo; fu completamente distrutta durante gli attacchi. Come se non bastasse, in quella che è oggi Spanish Harlem, si trovava fino al 1960 la chiesa cattolica tedesca di St. Nicholas Kirche, centro religioso dei Newyorchesi di origine tedesca.
Alla fine ho scoperto che il viale di Harlem fu chiamato così dagli Olandesi abitanti di Nuova Amsterdam, di cui S. Nicola era patrono: un gemellaggio New York-Bari?
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