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Romanzo Tricolore: Fiorello La Guardia, il piccolo fiore del Bronx

3 Ottobre 2010 di Cristina 10 commenti

Italianizzare, cio’ che noi di iNewYork.it facciamo, vuole anche dire cercare un poco di italianita’ a 6.000km di distanza da casa. Ed e’ per questo che da questa settimana ospiteremo alcune puntate di quello che ci piace pensare essere un “Romanzo Tricolore”, scritto da un guest writer che ci raccontera’ le avventure degli italiani che hanno fatto storia di New York, quelli che verranno ricordati nei libri di storia per i loro atti e le loro azioni, quelli per cui tutti dovremmo andare orgogliosi — o meno.

Lo chiamavano tutti The Little Flower, riferendosi alla bassa statura (meno di un metro e cinquanta) e alla traduzione inglese del suo nome di battesimo, Fiorello. Nato a New York City l’11 dicembre 1882, al 177 Sullivan Street di Little Italy a Manhattan, Fiorello Henry La Guardia – figlio di un musicista cattolico di Foggia, Achille La Guardia, e di un’ebrea triestina, Irene Coen Luzzato – fu uno dei più apprezzati politici statunitensi, in particolare come sindaco di New York per tre mandati consecutivi dal 1933 al 1945. Nel 1898 la famiglia si trasferì nella casa materna a Trieste, nell’allora Impero Austro-Ungarico, dove La Guardia trovò il suo primo lavoro presso i consolati statunitensi di Budapest, Trieste e Fiume. Quando nel 1906 tornò a New York, La Guardia parlava correntemente l’ungherese, il tedesco, il serbo-croato, lo yiddish e l’italiano. A New York lavorò come interprete per il servizio immigrazione a Ellis Island per pagarsi gli studi in giurisprudenza alla New York University. Nel 1916, a 34 anni, fu il primo italo-americano eletto al Congresso degli Stati Uniti nel collegio del Lower East Side a Manhattan. Si candidò per il partito repubblicano, ma solo per evitare di far parte dell’allora corrotto partito democratico.




Fiorello La Guardia fu perlopiù un progressista, o meglio un liberale di sinistra, con un unico obiettivo: migliorare la vita dei propri concittadini. «Non voglio che si usi la parola politico – dichiarò La Guardia -, la sua connotazione è tale che io penso non debba essere usata, tranne per i politicanti, e di questi ce ne sono molti. Io non sono uno di questi». Sulla laurea honoris causa della Yale University, nella dedica c’era scritto che «aveva strappato la democrazia ai politici e l’aveva ridata al popolo». Odiato da molti suoi colleghi repubblicani, spesso in contrasto con le sue idee riformatrici, La Guardia ampliò i servizi socio-sanitari, fece costruire parchi e incrementò i trasporti e l’istruzione pubblica. Quando divenne sindaco nel 1933, New York City non se la passava bene. «No more free lunch for anybody», disse La Guardia ai suoi concittadini, nella consapevolezza di dover ridurre la corruzione e la malavita in città. Per indebolire le organizzazioni criminali, decise all’inizio degli anni Trenta di rendere illegali i pinball (cioè i flipper): una corte del Bronx considerò quelle macchine al pari del gioco d’azzardo e in poche settimane il New York Police Department ne confiscò ben 3000. La Guardia donò poi i rottami di metallo al governo per dare una mano all’esercito nella guerra contro i nazisti. Quando i tedeschi lo etichettarono come il sindaco ebreo di New York, con un pizzico di ironia rispose: «Non avevo mai creduto di avere abbastanza sangue ebraico nelle vene da giustificare il fatto di potermene vantare». Uomo dalla volontà di ferro, si concedeva solo un giorno alla settimana di riposo, la domenica, quando si dilettava a leggere alla radio le favole per i bambini della sua città. Alcuni lo considerarono un sindaco-dittatore, un decisionista sostenuto però da un forte sostegno popolare. Durante la sua ultima apparizione in pubblico Fiorello La Guardia disse: «La mia generazione ha fallito miseramente, abbiamo fallito per mancanza di lungimiranza. Ci vuole più coraggio per mantenere la pace che andare in guerra». Il 1° giugno 1947 venne inaugurato il Fiorello La Guardia Airport, secondo aeroporto di New York dedicatogli per l’importanza avuta in città. Morì di cancro il 20 settembre 1947 nella sua casa al numero 5020 di Goodridge Avenue nel Bronx. Per chi volesse visitare la Big Apple ripercorrendo i passi del piccolo fiore del Bronx, basterebbe trovarsi in quello che La Guardia considerava come il suo Lucky Corner, all’angolo tra Lexington Avenue e la 116  Street, dove teneva l’ultimo comizio prima di ogni elezione. Da non perdere, poi, i LaGuardia Place Gardens nel Greenwich Village: qui, tra Washington Square Park e Houston Street, è possibile vedere la statua dedicata al sindaco italo-americano. Una piccola opera per ricordare, nel cuore di New York, un uomo che contribuì non poco all’impetuosa crescita della sua città.

Paolo Massa, praticante giornalista nato a Salerno 25 anni fa, studente fuori sede prima a Roma e poi a Milano, di passaggio a New York per uno stage di tre mesi, alla ricerca della sua Land of Hope and Dreams non solo virtuale (www.paolomassa.blogspot.com), con una piccola grande speranza nel cassetto:Don’t stop believing! Mandate una email all’autore del post all’indirizzo pmassa85@yahoo.it

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Commenti

  1. Iki86

    4 Ottobre 2010 alle 16:23

    Un esempio fantastico che oggi manca in questa nostra bella ma tanto martoriata italia, un politico che lavori per il popolo e non per se stesso…

  2. Renato

    4 Ottobre 2010 alle 17:34

    Complimenti articolo scritto veramente molto bene. Interessantissima la storia di La Guardia che fino a pochi minuti fa per me era solo un areoporto.

  3. gelsomino

    5 Ottobre 2010 alle 17:46

    x completare il bell’articolo e dare un’altro riconoscimento a La Guardia vorrei aggiungere che nel 1944 istitui’ la formazione di una commissione medica che valutasse la responsabilita’(infine negata) dell’uso della marijuana nella presunta violenza da parte di negri jazzisti (interpreti di una nuova musica satanica) fuori di testa che stupravano donne bianche.

  4. goldmember

    7 Ottobre 2010 alle 10:52

    che piacere sentirsi orgogliosi di essere italiani di tanto in tanto. Grazie per questo articolo che facendomi fare un viaggio a ritroso nella storia di NY mi ha fatto per un pò sognare anche di una nuova Italia fatta di gente come Little Flower !
    In bocca al lupo Paolo !! 😉

  5. Paolo Massa

    7 Ottobre 2010 alle 14:50

    Grazie a tutti: e’ stato un vero piacere scrivere del “piccolo fiore del Bronx”, un italo-americano di cui andare orgogliosi!

  6. La Guardia Stefania

    16 Febbraio 2012 alle 23:36

    è un onore per me portare il suo stesso cognome!!!!

    complimenti per l’articolo, scritto benissimo….

    anke per me ora non è solo un areoporto….

  7. LUCA LEO FIORELLO LA GUARDIA

    21 Novembre 2012 alle 11:22

    Mi chiamo Luca leo Fiorello La Guardia, il mio Tris Nonno era di Cerignola (FG), conterraneo del padre del grandissimo Fiorello La Guardia, chissa se esiste un qualche legame con il grandissimo Fiorello Laguarda. Qualcuno mi può dare una mano?? grazie

  8. sereno giuseppe

    1 Febbraio 2013 alle 18:03

    caro Luco Leo il padre del Sindaco di New York, Achille ,non è nato a Cerignola ma a Foggia. questo risulta da recenti documenti ritrovati e come ha precisato Giovanni Minoli durante la bellissima puntata sul Sindaco Fiorello La Guardia di “LA STORIA SIAMO NOI”. Anzi sarebbe il caso di far correggere alcuni siti che portano la località sbagliata come Wikipedia. Ma io non so come fare. Ovviamente nulla contro la bella e simpatica città di Cerignola, ma solo per la precisione storica. un saluto
    Giuseppe

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Cristina: una 9to5-er. Una professionista nel mondo del marketing e comunicazione. Una viaggiatrice linguista. Una sognatrice accanita che crede ancora nelle favole. Eternamente impaziente. In breve: un’italiana a New York che cerca in continuazione di vedere il lato magico nella vita di tutti i giorni.

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