
Se mi chiedete esattamente il perche’ del nostro anno sabbatico, di come sia successo, non so bene spiegarvelo. Ovvero. Non mi ricordo il momento esatto in cui io e mio marito ci siamo guardati e ci siamo detti: “Ok, prendiamoci un sabbatico. Lasciamo i nostri lavori, la nostra casa, New York, e tutto il resto – e andiamocene a viaggiare in un van per 18 mesi.”
No. Io quel momento non me lo ricordo.
Mi ricordo pero’ tante altre conversazioni su quanto New York iniziasse a diventare davvero tanto cara. O anche le discussioni su quanto avessimo voluto essere in Europa, o comunque piu’ vicino alle nostre famiglie.
Mi ricordo anche le tante parole (e lacrime) di quei lunghissimi altrettanti 18 mesi in cui abbiamo provato – invano – a rimanere incinta, e la disperazione che ne derivava ogni mese, e che mi porto’ a dire: “Se qui va avanti cosi, io non credo che potro’ continuare la nostra vita come se niente fosse. Vivere in questa casa, camminare in questa citta’, fare questo lavoro – con quel buco senza fine dentro. Avro’ bisogno di un cambiamento radicale.”
Forse e’ da quelle parole che sono nati tanti sogni. I sogni di ripiego. Quelli che non avevano un esserino al centro, ma un van e un viaggio lunghissimo.
Solo che poi – perche’ la vita e’ sempre un po’ cosi, che ti scombussola sempre le carte in tavola – il 2 Luglio 2019 abbiamo scoperto che in verita’ saremmo diventati genitori, alla fin fine. Che il “ma si, rilassati e non pensarci” aveva effettivamente funzionato per noi. Pero’ a quel punto cosa fai? Ti sei affezionato ai tuoi sogni di ripiego. E allora cerchi di combinarli, i sogni. Pianifichi, strategizzi, metti da parte. Mentre allatti, coccoli, cambi pannolini. La pandemia non ha fatto altro che accentuare la voglia di partire.
E quindi. E quindi eccoci qua. Tre anni dopo. PRIMO GIUGNO 2022. Il giorno che siamo atterrati a Milano con questo sogno di ripiego che iniziava ad avverarsi, senza sapere esattamente come ci fossimo arrivati, li. Ma che a quel punto poco importava.
Poi ovviamente, io sono io. Ho dovuto razionalizzare il tutto. E anche fare delle liste. Quindi ora vi beccate la lista del PERCHE’ abbiamo deciso di mettere tutto in standby (non mi piace l’idea di “mollare tutto” perche’ a me la vita di prima piaceva molto, in ogni sua accezione) e intraprendere questa avventura incredibile.
- LA PASSIONE PER IL VIAGGIO
Sia io che mio marito adoriamo viaggiare. Alla fine non ci si aspetterebbe null’altro da due che si sono conosciuti a New York, innamorati a Chicago, sposati in Italia e scoperto di essere incinti in aeroporto. Quindi l’idea di viaggiare per un periodo prolungato (mio sogno) in un van (sogno di mio marito) ci ha sempre affascinato. Avevamo grandi progetti su Sud America e Asia inizialmente, ma poi con una bimba ci siamo dovuti ridimensionare.
2. IL TEMPO CON LE FAMIGLIE
La pandemia ha esacerbato un problema che tutti gli expat affrontano una volta nella vita almeno: il fatto di sentirsi cosi lontani da casa e dalle proprie famiglie. Un sabbatico in Europa ci e’ sembrata l’idea piu’ naturale per spendere un po’ di “quality time” con le persone piu’ care. In bilico tra Italia e UK, ma con anche qualche tappa verso gli USA, che abbiamo lasciato anche tante persone a cui vogliamo bene al di la’ dell’Atlantico, questi 18 mesi sono costellati da riunioni famigliari e amicali.
3. DECIDERE DOVE FAR CRESCERE NOSTRA FIGLIA
Mia figlia e’ 007. Al mese tre dalla nascita aveva tre passaporti e un mondo di opportunita’ che l’aspettava (salvo poi che vorra’ andare a vivere e lavorare, chenneso, in Nuova Zelanda, dove avra’ bisogno di un visto, ma OK.) Ma il numero di passaporti non e’ sicuramente indicativo dei valori con cui cresci o della lingua che parli, pero’. Quindi ben presto la domanda “dove cresciamo nostra figlia” e’ diventata preponderante nelle nostre teste. E non e’ una di quelle domande dove dici “Vabbe’, facciamo a caso, chiudiamo gli occhi, incrociamo le dita e che ce la mandi buona.” Sicuramente questa domanda e’ balenata nella testa di tutte le coppie miste, o coppie della stessa nazionalita’ ma expat. Perche’ alla fine non e’ una cosa a cui si pensa spesso se si e’ della stessa nazionalita’ e si vive nello stesso paese in cui si e’ nati e cresciuti, e in cui ci si e’ stabiliti come coppia. Quindi il perche dell’anno sabbatico e’ anche per capire dove vorremo andare a vivere in futuro e dove vorremo crescere nostra figlia. America? Italia? UK? Da qualche altra parte? Speriamo che il viaggio ci porti consiglio.
4. I SARTORIALI
Ebbene si. I Sartoriali sono il mio servizio di creazione di itinerari personalizzati e fatti su misura, e sono uno dei perche dell’anno sabbatico. Li ho lanciati il 3 Aprile, e per ora stanno andando molto bene. Al momento sono disponibili su New York e gli USA che sono la mia specialita’, ma lo scopo di questo vagabondaggio e’ anche quello di raggruppare e archiviare il maggior numero di esperienze possible per lanciare poi i Sartoriali “Europe Edition”, partendo, ovviamente, dagli UK (che per forza di cose conosco molto bene, data la nazionalita’ di mio marito e i continui viaggi per andare a trovare la sua famiglia.) Sono fermamente convinta che sia molto difficile raccomandare qualcosa che non si e’ mai fatto: e quindi eccomi qui. A cercare di accumulare il piu’ tappe possibile di diversi itinerari che possano piacere a diverse persone con gusti diversi.
(Si, perche la mia filosofia di viaggio si racchiude proprio in queste poche parole: “persone diverse con gusti diversi.” Ma questa ve la racconto in un altro post, che si merita un discorso a parte.)
Con una lista razionalizzata sembra meno fuori di testa come decisione, vero?
Ciao Cristina,
Che bello , ti seguo da poco ma il tuo profilo mi è subito piaciuto! Questo articolo mi ha fatto emozionare, avete preso la decisione migliore! La vita riserva sempre sorprese meravigliose alla fine!
Grazie ♥️
Ma grazie mille Sara! Mi hai dato un’energia e una forza con queste parole che mi manterranno costante sul mio viaggio da blogger che si e’ fermato e ripreso troppe volte gia’. Che questa sia la volta buona! Grazie davvero!