Ebbene si, sono andata di nuovo a mangiare da Eataly. Molti di voi forse ricorderanno il mio primo pranzo nella gioielleria italiana nel cuore di New York — e quindi si staranno chiedendo cosa mi abbia spinto ad addentrarmi di nuovo in quell’antro dalle fauci che sanno di caffe’ e gelato. La risposta e’ proprio questa: caffe’ e gelato. O meglio, odore di caffe’ e gelato.
Sara’ che ormai i dieci mesi lontani da casa si fanno sentire sempre di piu’, con un retrogusto che sa di mancanza di piccoli particolari che hanno fatto parte della mia quotidianita’ per ben 23 anni. La voglia di casa e’ un po’ come il coniglio di Alice nel Paese delle Meraviglie: appare quando meno te l’aspetti e poi inizia a correre, lasciandoti solo con la curiosita’ di scoprire dove stia andando — e in men che non si dica, ti ritrovi a cadere per un buco nero che appare infinito, e nel mio caso si chiama appunto Eataly.
Ma veniamo al dunque: ieri in pausa pranzo non ho resistito, e sono andata a farmi un giro. Per evitare di essere troppo prolissa come nel mio primo post, mi limito a tracciare a pennellate spesse e approssimative il quadro che mi si e’ presentato:
– Innanzitutto, il rumore, quello del bar, quello che mancava la volta scorsa…ancora mancava. Bah, i misteri dela vita.
– I panini, soprattutto quello che la volta scorsa ho comprato per “solo” $9, si sono miracolosamente abbassati di prezzo, e cosi’ con la bellezza di $7 ho preso un panino con taleggio (una fettina minuscola) e funghi (un sacco di funghi), e un Espresso Torinese, che io pensavo fosse come il mio amato Marocchino, e invece non lo era.
– Mancavano i Pan di Stelle — e questa si commenta da sola: blasfemia pura!
– Mentre aspettavo il mio panino, una signora ha chiesto al commesso dietro al bancone se avevano un Bagel, e quello prontamente e’ scoppiato a ridere fragorosamente dicendo: “No, non e’ italiano, e quindi non c’e’ da Eataly” — anche questa si commenta da sola. Mi sono dovuta girare dall’altra parte per evitare di fare la figura dell’italiana cafona che si mette a ridere quando qualcuno fa una domanda innopportuna (Ma anche te, dai, signora americana! Ma ti pare che da Eataly c’abbiano un Bagel?!?)
– Sempre mentre aspettavo, un’altra signora, confusissima, ha chiesto al paninaro dove fossero le casse — due mesi dopo, a quanto pare, la gente e’ ancora confusa sulle dinamiche d’acquisto.
– Dopo mangiato mi sono spostata nell’area bar Lavazza, dove ho appunto preso un Espresso Torinese, che speravo, come ho detto prima, fosse come a Torino chiamano il mio amato marocchino (che per la cronaca, dopo i Pan di Stelle e’ la seconda cosa che mi manca di piu’), e che si e’ invece rivelato essere una sorta di cioccolata calda con uno spruzzo di caffe’ (amici di Torino, ma e’ proprio cosi’, o quello che ho bevuto non era quello vero?!).
In ogni caso, nell’ordine, mi e’ capitato cio’ che segue. Ho ordinato e pagato. Mi sono posizionata nell’area “ritiro ordini”, cioe’ l’altra parte del bancone, attendendo pazientemente che chiamassero il mio nome. Chiamato il mio nome mi sono messa in piedi al bancone, con tutta l’intenzione di bere il mio caffe’ li. Ho versato una bustina di zucchero, mescolato col cucchiaino, iniziato a godermi la schiumetta…quando ho notato che il resto della gente in fila mi guardava un po’ col sopracciglio alzato, dato che ero l’unica a bere il caffe’ in piedi al bancone. Dopo aver pensato “Ma tutti gli italiani dove sono finiti?!”, mi sono girata e sono andata verso un tavolo (la pressione psicologica era eccessiva, anche per un’arrogante italiana patriottica come me), dove mi sono accorta che era notevolmente tardi e dovevo tornare in ufficio. Risultato: ho cercato di bere l’intera tazzina”the Italian way”, cioe’ tutta d’un sorso (massimo due), e mi sono bruciata, secondo me, fino a meta’ intestino.
In conclusione, tirando le somme, come seconda esperienza di pranzo non e’ andata male, anche se che ho sempre piu’ l’idea che Eataly riesca a tirare fuori il lato francese della cucina italiana: la ricercatezza ossessiva con cartellini carissimi e porzioni mignon. Il tutto, per un consumatore americano, che chiede un bagel dal paninaro, e non concepisce il caffe’ bevuto al bancone — un bel poutpourri di culture che ancora mi lasciano un poco perplessa sull’idea di Italia che il negozio trasmette a New York.
Peccato che la mia gola e il mio stomaco questa perplessita’ invece proprio non la sentano. Anzi.
2 settimane fa ero in vacanza a New York, come vi avevo scritto su facebook un giornalista ci aveva consigliato di andare a mangiare da Hill Market BBQ che si trova proprio dietro Eataly. Non trovando la strada ho chiesto a due passanti che mi hanno chiesto “da dove vieni? ” e allora perchè non vai a mangiare da Eataly ? E certo…io vengo a NYC per andare a mangiare pseudo-italiano?! In ogni modo siamo andati a prenderci un gelato dopo cena, dal costo alto ed inversamente proporzionale al gusto… vi dico solo che non lo abbiamo finito !
Non è che quel famoso Espresso Torino voleva essere una sorta di Bicerin?
mah a torino il “caffè torinese” potrebbe essere il bicerin, che è una miscela di caffè, cioccolato e crema di latte….
ma comunque trovo scandaloso che non si beva il caffè al bancone, anche se da bravo italiano quando sono venuto, sono andato avanti a cappuccini ipergranderrimi di starbucks, quindi non faccio testo… ma una domanda sola mi aleggia in testa….. che diamine è un bagel???????
Secondo me li dentro dovrebbero metterci “tutti” e dico “tutti” dipendenti Italiani!!! (a quanto ho visto ce ne sono ben pochi, se ci sono)
Sicuramente un barista italiano saprà fare un caffè all’italiana.
Idem il paninaro e idem tutti gli altri!
Concordo con l’ipotesi bicerin…anche perchè l’espresso alla torinese non l’ho mai sentito?!? o_O
Grazie a tutti per i commenti! In verita’ sono poi tornata per un Bicerin, che era buonissimo, ma un’altra cosa — quindi ci rimane il dilemma dell’espresso torinese, che mi sa che era un marocchino uscito male! @Iki, un bagel e’ una sorta di panino semidolce, specialita’ newyorkese, imbottito solitamente con il Philadelphia, o salmone o cetrioli. I migliori sono sicuramente qui: http://www.cartolinedacristina.com/ristoranti-new-york-ess-a-bagel.html 🙂
Ciao,
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Alessandra
voglio anch’io fare la community manager di Pan di Stelle…o qualsiasi cosa abbia a che fare con essi..
awwww!
Vivo a New York e sono stata anche io un paio di volte a Eataly…ho preso due volte il caffe’ Vergani…non male direi!E’ vero c’e’ qualcosa che manca di vero italiano il tutto il negozio e i prezzi sono inavvicinabili…pero’ ho assaggiato una mozzarella buonissima da un ragazzo siciliano che le stava facendo a mano ed e’ stata una bellissima sorpresa…buonissima!Ancora calda!Beh non facile da provare qui direi…