Il nostro terzo racconto ci riporta indietro nel tempo, attraverso la ricerca di un qualcosa che, cosi’ come spesso accade, era gia’ dentro di noi.
Volete entrare anche voi a far parte della nostra Odissea newyorkese? Vi sentite dei moderni Ulisse con le scarpe da ginnastica? Mandateci i vostri racconti a info@inewyork.it! Non vediamo l’ora di pubblicarli!
Quando sarà la prima volta??… beh si LA PRIMA VERA VOLTA quella che fa battere il cuore a chi come me ha sognato, vissuto, respirato, desiderato gli STATES dalla nascita.
Una lingua appresa solo per capire, per vivere, per essere parte di quel SOGNO, per respirare quella LIBERTA’ che credo, malgrado tutto, solo gli USA ti possono dare.
Una vita cambiata da vari avvenimenti che però ti portano a ritrovarti come guide persone di quella cultura, di quel paese che ti inculcano quei valori ed allora ti senti parte di qualcosa che non conosci o meglio che ANCORA non conosci.
Tutto questo mi ha accompagnato a lungo prima di poter mettere piede negli STATES … ma la città non è stata NY bensì BOSTON.
Era da li che volevo partire perchè NY è dentro ma anche Boston e San Francisco e non posso dire quale amo di più perchè sarebbe come una di quelle stupide ed insulse domande che si fanno ai bambini…vuoi bene di più a mamma o a papà?… IDIOZIA…. nell’anima ci sono sempre stati gli USA ed ognuna delle tre città che ho detto mi ha sempre affascinato ed incantato.
La cara BOSTON con quella sua anima vecchia ma piena di gioventù mi ha sempre attratto in maniera incredibile MA questo è un’altro sito… probabilemente iBoston 😀
Dal Logan prendo esattamente lo stesso volo dei dirottatori del 9/11, anche l’anno è lo stesso cambiano solo il mese ed il giorno 23/8.
Col senno di poi un brivido corre sempre lungo la schiena.
Nell’atterrare a Newark il primo sguardo è andato alle T.Towers,… eleganti, affascinanti, così belle da lasciarmi senza fiato, e all’Empire che in contrasto con le torri dava quel senso d’antan a tutto il paesaggio. REALMENTE QUALCOSA DI STRAORDINARIO.
Che brivido arrivare a Central Station e prendere uno dei TAXI da film…. quelli gialli, si proprio quelli, ripetevo a me stesso.
Poi, finalmente a piedi zaino in spalla, smessi i panni “fighettosi” da italianino 😀 per mescolarmi al massimo con la gente.
Ed ecco arrivare la sorpresa: pur essendo sempre stato un navigatore ambulante (ero NAVIGON/TOM TOM prima ancora che li installassero nelle auto con quelle orrende ventose) ed ancora lo sono, la bellezza e la grandezza di NY hanno mandato in tilt i miei sensori per quasi mezza giornata. Ero completamente perso, spaesato, sopraffatto da quell’ammasso di palazzoni che sembravano tutti uguali ma non lo erano; da quelle strade interminabili anche solo per attraversarle…jejeje; da quella sensazione di esser finito in un mondo parallelo mai visto prima.
E’ stato bellissimo poi, dal giorno dopo, ritrovarsi a camminare per quelle strade sapendo dove volevo andare e come arrivarci MA la sensazione di NUOVO MONDO me la (ri)godo ogni momento che ripenso a NY e a TIME sq.
Che brivido ritrovarmi a CENTRAL PARK con Wayne Newton che risuonava nelle orecchie (I recall CENTRAL PARK in fall how you tore your dress….) e che sudate!!!
Mentre entravo dall’ingresso a lato del Plaza mi dicevo….ci saranno o non ci saranno nel laghetto?
Ho fatto le cose più sciocche per dar pace al bambino ingenuo e sognatore che restava incantato guardando FAO’s in un film.
Si, lo ammetto…le ho fatte tutte e non me ne pento, le ho fatte orgogliosamente per assecondare ogni singolo istante in cui da bambino sognavo guardando scene di quella città che sembrava magica 😛
I primi giorni sono tornato bambino e mi è piaciuto un sacco ;D
Ho goduto maledettamente nell’entrare in ogni singolo negozio, nel posizionarmi in ogni singolo punto della città così come era impressa nella mia mente a causa di un film o di una foto.
Poi sono ritornato normale….tutto quello però andava fatto 😛
Che stupido pensare di poter arrivare nel Village e trovare la casa di Sacks per avere un suo autografo e come dimenticare le risate nel ripassare per la 3° volta davanti allo stesso negozio per poi accorgermi che quel Village non è poi così piccolo come il “village” da cui arrivavo.
Potrei descrivere ogni singola sensazione ed ogni signolo passo fatto per quella città ma ad un tratto tutto è FINITO.
Ho avuto la sfortuna/fortuna di veder cambiare tutto sotto i miei occhi…
Ho visto e vissuto una new york e gli usa che non esistono e non esisteranno più
Ho provato la brutta sensazione di voler scappare da NY.
Crollavano le torri, crollava il mito, crollava la mia sicurezza, crollavano le certezze di essere al centro del mondo al sicuro da tutto e da tutti.
TUTTO STAVA CROLLANDO.
Le voci risuonano nelle orecchie “We’re on war” “Under ATTACK” …quanta rabbia, quanta vergogna di essere umano, quanto era grande la sensazione di impotenza.
La New York che scorreva nel mio sangue da quando ero piccolo, la New York dei film appasionanti non c’era più ed era svanito tutto sotto i miei occhi dalla vetrina di uno Starbucks mentre consumavo il classico rito americano che avevo sognato per un’intera vita (cappuccino e biscottone con scaglie di cioccolato :P) e lungo la strada per visitare quello che sarebbe diventato un fenomeno di massa, ma che allora era ancora un negozio molto carino con roba ben fatta e non molto diffusa, pubblicizzato alla grande da uno dei più grandi artisti della fotografia mondiale (A&F e Bruce Weber)
La MIA New York era lì sotto i miei occhi, a portata delle mie gambe desiderose di consumare i suoi MARCIAPIEDI in lungo e in largo senza sentirne la fatica o fingendo di non sentirla per poi spostarla al ritorno in Italia.
Tutto stava svanendo.
Questa è la NY che porto nel cuore, quella che al mattino guardando la foto sullo specchio ricordo con un malinconico sorriso ed è anche quella che mi spinge a FARE per poterci un giorno (sempre più vicino) vivere, per poter rivivere e dare nuovo senso ad una vita che non sto qui a raccontare.
Ho letto e riletto queste poche righe per tagliare il superfluo, eliminare il concentrato di sensazioni che potevano rendere questo breve racconto della mia NY a volte mieloso a volte angosciante ed ho capito che potrei andare avanti per pagine e pagine descrivendo luoghi, volti, oggetti attraverso la lente delle emozioni, un magico filtro di emozioni che scoppiano nella mia mente al solo pensiero di quelle strade, di quegli odori, di quella gente.
Ecco, NY era già dentro di me prima di conoscerla, non è una città, è uno stato dell’anima per chi come me si sente fuori posto dovunque tranne che in quell’isola.
Voglio alzarmi una mattina in Italia e dire …. “vacanze finite è ora di tornare a casa” e pensare che quella casa è NY.
A volte ci si sente legati a posti mai visitati, mai conosciuti, per me è sempre stato così con NY…..il giorno che ho messo piede a MANHATTAN ho capito il perchè.
Stany, un evaso dal “diritto” che nello studiare genetica ha capito di avere un cromosoma a forma di NY. E pur avendo ben piantati i piedi a terra (a volte anche troppo…dicono) con la coda dell’occhio ha sempre uno sguardo rivolto verso l’alto (forse sarà per questo che ama tutto ciò che riguarda le stelle).
Le foto sono state scattate da Stany.
Verissimo, è impressionante scoprire come ci si senta a casa in un posto nel quale non si è mai stati… tutto così nuovo, eppure tutto così familiare… Le emozioni che regala New York non si riescono a descrivere… Bellissimo racconto…
Bellissimo!!!!! non trovo altre parole!!!!
ps… belle le foto, e comunque quando sono stato a groud zero è stato impressionante avere in testa tutte le foto delle torri, e vedere uno spazio vuoto, non credo di riuscire a immaginare cosa possa aver voluto dire vederle li, alte, immense, e vedere solo più una coltre di fumo il giorno dopo..
Il tuo racconto è emozionante e leggendolo mi sembra che tu mi abbia aperto la mente e abbia scritto cosa ci vedevi dentro.. una sensazione di piena comunione.
Io nn sn mai stata negli States ma mi sento come se mi avessero portato via da casa, da piccola, e io stessi trattenendo il respiro nell’attesa di tornare a CASA.
Quando penso al viaggio che prima o poi farò a NY mi sento un senso di oppressione al petto perché ho paura che il mio grande desiderio possa non avverarsi e nello stesso tempo il solo pensiero mi fa scoppiare il cuore di felicità. Presto ci andrò e finalmente potrò trovare la mia anima che mi sta aspettando a casa.
Grazie per questo sito è bellissimo.