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Noi, un gelato biscotto e una sconosciuta su 6th Avenue, New York

18 Luglio 2010 di Cristina 3 commenti

Da quando ci siamo trasferiti a New York abbiamo detto addio alla nostra cara macchina, alla moto e alla vespa del 1982. Ora per la nostra mobilita’ urbana ci avvaliamo di una bici Mountain Bike fatta in Cina (sempre mezza rotta..) e una mitica Graziella anni ’70 di seconda mano fatta a Varese. Le biciclette sono un ottimo mezzo per spostarsi velocemente ed economicamente a New York, e un aiuto impagabile per portare a casa la spesa della settimana dai vari Wholefoods o Trader Joe’s.

Oggi, dopo aver constatato che il frigorifero piangeva miseria, siamo scesi in giardino per prendere le biciclette per andare a fare provviste. E qui tragedia delle tragedie: la ruota posteriore della mia Mountain Bike dagli occhi a mandorla era tristemente a terra. Non potendo sistemare la gomma sul momento, abbiamo deciso di recarci al supermercato a piedi. La calura era atroce e siamo arrivati al negozio assetati e desiderosi di una bella dose di aria condizionata. Entrati al fresco, abbiamo attivato il nostro “Bradipo Mode”, e con una calma studiata abbiamo lentamente riempito il carrello del necessario, piu’ le provviste per il rientro. Eh si, per poter riaffrontare il caldo estivo senza prendere un taxi, abbiamo preso una confezione da quattro di quelli che potrebbero essere i gelati biscotto piu’ buoni reperibili nei supermercati di New York City.

Pagato e sistemata la spesa nel mio zaino siamo usciti desiderosi di gustarci il nostro spuntino per la strada (soprannominato “Roady”: per la strada, appunto). Mentre camminando verso casa stavamo aprendo la scatola e scartando i gelati, una ragazza sui vent’anni, dal tipico look hipster, ha iniziato a parlarci di quanto siano buoni quei gelato biscotti di Trader Joe’s. Ormai viviamo a New York da abbastanza tempo per sapere che questo e’ un comportamento normale, e dunque abbiamo annuito all’affermazione. Mentre stavo dando un secondo morso alla mia prelibatezza fumante per il caldo da sauna, la ragazza e’ ritornata all’attacco e, ridecantando il gelato, ha dichiarato che anche lei ogni volta che va da Trader si prende sempre il gelato biscotto per la via del ritorno (o “Roady”). Al che io, avendo gia’ prima annuito, per rispetto, ho dovuto rispondere con qualcosa d’altro. E dato che l’esplosione di gioia fredda nella mia bocca mi aveva pervaso di buon umore, generosita’ e altruismo ho avuto la brillante idea di rispondere dicendo: “Ne vuoi uno?”

Appena finita la frase mi sono reso conto dell’errore. Qui siamo in America, anzi, peggio ancora, a New York! Citta’ dove l’espressione “Non si accetta cibo da uno sconosciuto” mai fu detta. Citta’ in cui la gente puo’ morire di malore sui marciapiedi della Fifth Avenue nell’indifferenza e fretta dei passanti, ma dove tutti si sentono in diritto e a loro agio nell’iniziare discussioni assurde con sconosciuti alle prese con cibi interessanti. A quel punto, gia’ tristemente immaginando il commiato dal mio fantastico gelato di scorta, nel caso qualcosa fosse andato storto con il primo, la ragazza con un sorriso a mille denti e gli occhi luccicanti mi ha guardato in trance dicendo: “Davvero? Posso?!”

A questo punto inebetito dal mio errore di principiante newyorkese ho porto il gelato alla nostra nuova amica e, mentre ci dipartivamo, ho osservato mestamente morsi estrani dilaniare quella perfezione di gelato al biscotto gusto stracciatella che sarebbe stato mio per il dopo cena.

All’improvviso il caldo e’ diventato insopportabile, e casa sembrava piu’ lontana del New Jersey. Abbiamo chiamato un taxi e veloci siamo saltati sulla macchina. Nel fresco dell’abitacolo mi sono riconcentrato sul mio biscotto mezzo finito, e mi sentivo gia’ rinascere — finche’ il taxista si e’ rivolto a me dicendo: “Hey dude, every time I go to Trader Joe’s, I get that ice cream for the road too!” (Traduzione: “Hey ragazzo, ogni volta che vado da Trader Joe’e prendo anche io quel gelato per la strada del rientro”).

Al che, con ancora la bocca piena, la mia risposta automatica e’ stata: “No English, sorry!”

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Gianluca

    20 Luglio 2010 alle 05:55

    Fantastico….come torno a NYC lo voglio provare sto “Cucciolone” d’oltreoceano.
    Cmq se la cosa ti può consolare, quì non è che ti assalgono così, ma se offri non rifiuta niente nessuno!!
    Con la variante che non ti chiamano “Dude”, ma “A secco…che fai non offri???”
    “Ogni mondo è paese”….si dice….

  2. Iki86

    20 Luglio 2010 alle 18:43

    AHAHAHAHAH fantastico, sono un nuovo visitatore, molto appassionato di new york e da oggi del vostro sito, avete fatto un’ottimo lavoro… mi vedrete molto spesso!!!

  3. gelsomino

    21 Luglio 2010 alle 15:52

    divertente!!!!!!!
    ricaricate l’aria alle vostre gomme se il cucciolone vi piace tanto tanto.la bici socializza poco ma almeno mantiene la spesa integra dal super a casa.camminare e pedalare fa bene alla salute ma una buona pappa fa bene all’umore. salute e buon umore fanno vivere 100 anni.ahi ahi mi sto scaldando i pochi neuroni rimasti…ho bisogno di un buon biscotto gelato…..o di un po’ d’aria tra i capelli in vespa.

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Cristina: una 9to5-er. Una professionista nel mondo del marketing e comunicazione. Una viaggiatrice linguista. Una sognatrice accanita che crede ancora nelle favole. Eternamente impaziente. In breve: un’italiana a New York che cerca in continuazione di vedere il lato magico nella vita di tutti i giorni.

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