Tornare a New York dopo la parentesi natalizia italiana e’ entusiasmante. Ovviamente non perche’ in Italia l’offerta non sia fantastica (difatti, con tutte le abbuffate di cibo delizioso che mi sono fatta, credo che mi manchi poco alla trasformazione sovrannaturale donna – panettone o donna – salame).
Il fatto e’ che New York rimane sempre New York, e rivedere lo skyline dal taxi mentre si ritorna in citta’ dall’aereoporto da’ sempre i brividi. Appena atterrata non vedevo l’ora di arrivare in citta’, mangiarmi una bella scodellona di Ramen giapponesi per scaldarmi dal viaggio, farmi un giro in Bryant Park e magari pattinare per una mezzoretta tra i grattacieli illuminati e in mezzo ai mercatini di Natale.
Il fascino della “City” per antonomasia non smette di fare effetto, nemmeno se paragonato alle quantita’ industriali di cibo italiano ingurgitato durante le vacanze natalizie. Mentre mi incamminavo bel bella verso la pista di pattinaggio, ho pero’ notato che ad aspettarmi a New York oltre ai Ramen, le lucine e i grattacieli c’erano anche quintali e quintali di spazzatura.
Ora, che il periodo post natalizio porti con se un inevitabile sterminio di alberi di Natale che vengono gettati senza ritegno ai lati della strada, gia’ lo sapevo e l’avevo sperimentato negli anni precedenti. Ma cosi’ la situazione sembrava eccessiva. E infatti il giorno successivo, in prima pagina su tutti i giornali c’era la notizia riguardo all’invasione di rifiuti per le strade della citta’: la famosa nevicata dei giorni scorsi che ha avuto tantissima risonanza anche in Italia infatti, ha steso un manto
bianco su tutta la City, provocando il tanto adorato effetto bambagia che ci piace tanto e fa tanto Natale, ma impedendo agli spazzini di fare il loro lavoro! Risultato: appena la neve ha iniziato a sciogliersi, montagne e montagne di spazzatura sono emerse come per magia e, sebbene il raccoglimento rifiuti sia riniziato ieri,le strade di New York sono ancora stracolme di pattume (che, ovviamente, include anche le povere carcasse degli alberelli di Natale).
Be, e’ vero che New York e’ sempre meravigliosa, ci provoca i brividi lungo la schiena, ci manca quando non c’e’ e bla bla…ma l’immondizia non raccolta e sepolta sotto la neve da giorni dona un non so che di molto italpatriottico e puzzolente alle strade della Grande Mela. Meno male che gli americani sono super efficienti, e il problema dovrebbe risolversi a breve, per dare spazio alla magia tipicamente newyorkese.
Nel frattempo, se siete nei paraggi, preparatevi a tapparvi il naso e a fare salto in lungo sui marciapiedi per andare dovunque dobbiate andare!
Anche la spazzatura ha una propria dignita’:
puo’ salvare da morte certa un suicida che vola dal nono piano di un building di Manhattan
permette un ricco pasto durante le feste a topi solitari
aumenta la disponibilita’ di bottiglie di plastica ai barboni(gli unici a far straordinari)
e’ una barriera contro le auto x i pedoni
se i sacchi sono trasparenti si sbirciano i consumi dei vicini
rende bene l’idea e la realta’ di quanto consumiamo e di quanto buttiamo in pochi giorni
rallenta il frenetico andirivieni dei passanti xche’ anche a ny sono le auto ad aver la precedenza
anche a ny e’ la neve ad avere la priorita’
in fondo e’ come mettere in un grande frigorifero trasparente i nostri consumi spazzati, in attesa di portarli fuori casa quando avremo tempo.
Mi piace molto la visione ottimistica della spazzatura di martingalla… ma una domanda mi sale da questo articolo… alberi buttati nella spazzatura????????? quindi è usanza in america usare alberi veri??? ma quelli di plastica??? non sono più comodi? almeno ogni anno non devi ricomprarlo….
Vuoi che faccio chiamare Bloomberg da Silvio?
Che come sappiamo rimuovere noi la spazzatura, non lo sa nessuno….
Welcome back…noi invece l’abbiamo appena lasciata.
Potrei scriverti tutto quello che è successo dal 24 al 30 dicembre….fantastico!!!