Devo ammettere che la mia idea di New York e’ cambiata notevolmente da quando mi sono trasferito a Manhattan. Sebbene avessi visitato la City due volte prima di traslocare qui, New York l’avevo capita solo in modo superficiale, senza in realta’ rendermi conto delle mille sfumature che la caratterizzano.
Chi ci segue da tempo gia’ lo sa probabilmente, una delle piu’ grandi sorprese che New York aveva in serbo per me era Wall Street e il mondo della finanza. Mondo che mi ha immediatemente affascinato, non per le promesse di future ricchezze piu’ o meno reali, ma per le possibilita’ che ingenti somme di denaro pronte per essere investite offrono.
Con il tempo poi, mi sono anche accorto di quanto la presenza di Wall Street si senta un po’ ovunque a New York, dal real estate al business dei ristoranti, alle start up tecnologiche. E proprio per queste ultime, i soldi delle speculazioni di Wall Street sono fondamentali.
Come per la fine degli anni ‘90, gli ultimi dieci anni hanno visto un’esplosione di nuove companies legate ad internet. Sebbene quasi tutti colleghino le varie start up con la California e la Silicon Valley, in realta’ New York sta giocando un ruolo fondamentale nel panorama.
Un esempio su tutti? In questi giorni il gigante Yahoo sta acquistando Tumblr, una societa’ Newyorkese leader nel campo delle piattaforme blog, per un golosissimo miliardo di dollari.
E Tumblr non e’ ovviamente l’unico esempio. Nella City ci sono centinaia di altre start up, piu’ o meno conosciute in Italia, spesso finanziate da investitori legati a Wall Street.
Senza poi parlare del fatto che colossi quali Facebook, Amazon, Yahoo e Google hanno uffici a Manhattan. Rendendo New York un luogo ideale per chi ha competenze informatiche e o ingegneristiche ed e’ in cerca di lavoro.
Diversamente poi da molti altri ambiti, in America c’e’ una carenza di talenti informatici che minaccia lo sviluppo del settore tecnologico. Tanto che diversi imprenditori (tra cui anche Zuckerberg di Facebook) hanno firmato diverse petizioni per poter assumere piu’ personale non americano.
Un’occasione d’oro per chi dall’Italia sogna di trasferirsi a New York per vivere e lavorare.
Un’occasione che pero’ in pochi secondo me sfruttano. Ogni mese riceviamo decine e decine di email di giovani italiani che ci chiedono informazioni su come trasferirsi a New York. Tra i tanti lavori che cercano, quasi nessuno sta valutando una posizione nel settore informatico nella City.
Tenendo pero’ conto della carenza di talenti in America, quindi con possibilita’ di un occhio di riguardo durante il processo della richiesta del visto, di stipendi annuali che partono da $60/80000 l’anno come primo impiego, della presenza di Wall Street che assicura fondi ingenti e dell’ambiente frizzante dovuto a migliaia di persone che lavorano nel campo, direi che cercare lavoro nell’ambito informatico/tecnologico a New York e’ un’opzione da tenere in considerazione per i nostri laureati italiani.
Tuttavia mi rendo conto che non e’ cosi’ semplice capire la realta’ high tech di New York, forse un po’ ancora schiacciata dal delirio generale di Manhattan.
In aiuto pero’ potrebbe venire un libro appena pubblicato in Italia sull’argomento. L’opera dal titolo “Tech and the City. Startup a New York un modello per l’Italia” e’ stata scritta dalla giornalista Maria Teresa Cometto e da Alessandro Piol, investitore nel campo high tech.
Il libro racconta sia la storia delle start up a New York che il loro panorama attuale, con tanto di elenco di companies e personaggi noti dell’ambito. Praticamente un manuale essenziale per chi vuole trovare lavoro a New York e sta cercando piu’ informazioni sulle high tech companies, ma anche un libro intrigante per tutti i curiosi della cultura dell’innovazione americana.
Pero’ il libro ha anche uno scopo molto piu’ profondo, come fa intuire il titolo. Vorrebbe infatti descrivere un modello di business che nelle ultime decine di anni ha creato immense ricchezze e migliaia e migliaia di posti di lavoro nella City per poterlo importare in Italia.
Utilizzando un’espressione di un mio carissimo amico “startupparo” seriale di Padova, da questo libro la Death Valley delle Start Up italiane non potrebbe che beneficiarne!
Ciao!
Vi leggo da un bel po’… sono sempre incuriosita e interessata ai vostri racconti che mi appassionano e divertono.
Oggi però devo “mandar giù un boccone amaro”…capisco che il tono dell’articolo sia informativo e stimolante tuttavia quando leggo: “Un’occasione che pero’ in pochi secondo me sfruttano. Ogni mese riceviamo decine e decine di email di giovani italiani che ci chiedono informazioni su come trasferirsi a New York. Tra i tanti lavori che cercano, quasi nessuno sta valutando una posizione nel settore informatico nella City” mi viene da alzare un po’ il sopracciglio.
Io faccio parte di quelle decine e decine di giovani che hanno pronta la valigia da anni, con la speranza di trasferirsi a NYC per lavoro. NON vanto però un curriculum informatico.. è forse una colpa? devo per questo abbandonare il sogno, la speranza e la volontà di poter riuscire un giorno a vivere e lavorare nella grande mela? … perchè se mi dite che basta la volontà, la spigliatezza e la velocità di apprendimento… io faccio anche uno stage retribuito al minimo della sopravvivenza lì a new york e mi candido subito per un lavoro tech 😉
Ciao Giulia,
Grazie mille per il commento e per seguirci!
Se il tuo sogno e’ veramente vivere a NYC e hai anche la passione per l’high tech, ti consiglio vivamente di seguire qualche corso di programmazione o affini. Non perche’ un lavoro informatico sia l’unica possibilita’ a New York, ma semplicemente una delle piu’ facili.
Detto questo, tutti noi che scriviamo per iNY.it siamo a New York da anni facendo i lavori piu’ diversi. E nessuno nel campo tecnologico!
In bocca al lupo,
Luca
Luca
Buongiorno!
Navigavo nel blog cercando info su lavoro a NY e vi ho trovato. Se posso mi piacerebbe avere un vostro consiglio se potete.
Ho 29 e sono laureata in storia dell’arte. Ho lavorato per qualche anno nel settore privato ma è una giungla qui! Ho fatto, poi, un master in psicologia del lavoro. Ora voglio fare un master a NY (valutando se è il caso di proseguire con arte e farlo in curatela oppure in executive coaching). Conosco molto bene l’inglese. Il punto è che dovrei mantenermi con un lavoro nel frattempo! Pensavo avesse senso qualcosa come insegnamento di storia dell’arte o dell’italiano.
Voi avete qualche dritta da darmi per caso?
Grazie davvero!
Un saluto,
Roberta
E se mi volessi trasferire a New York?
…………
Ciao Roberta, scrivici su info@inewyork.it
Quando parlate di competenze ingegneristiche (facebook – Amazon – Yahoo – Google) … potete dirmi a quali indirizzi indegneristici vi riferite…? Può essere Ingegneria dell'Informazione o dei controlli di sistemi automatici…?
gradirei una risposta su e-mail : silver-ove@libero.it – GRAZIE…!!!
buongiorno.
come tanti ho nel cassetto il sogno di vivere e lavorare a new york.
ho 24 anni e mi sto laureando in giurisprudenza e vorrei prendere un master in criminologia .
purtroppo non ho una solida base della lingua inglese ,ma non impiego molto ad impararla se volessi.
qualche consiglio?????
adoro l’america e sogno veramente una vita li .
gradirei risposte via email. grazie
Marzia