Forse come prima cosa dovrei dire che io e la tecnologia non andiamo proprio d’accordo. Anzi. Proprio per niente. Io e il mio iPhone abbiamo una di quelle relazioni catulliane che mi scombussolano gli equilibri. Una di quelle relazioni a tratti salvavita, ma per la maggior parte terribilmente asfissianti, quasi dipendenti, in fin dei conti poco funzionanti. Con il mio computer va un po meglio. Fondamentalmente perché e’ uno di quei rapporti forzati tipo i miei due gatti, che a furia di stare insieme e di condividere spazi ristretti tutti i giorni, quasi quasi dopo anni si stanno un poco simpatici.
Quindi in generale ribadisco: “io e la tecnologia” non e’ un binomio di successo.
C’e’ anche da dire che senza la tecnologia, io, in qualità’ di persona che si occupa di comunicazione, social media e pubbliche relazioni, non avrei un lavoro. O meglio: il mio lavoro sarebbe nettamente diverso. Sicuramente molto più lento.
E dunque. Nonostante avessi sempre pensato che il signore da ringraziare per questo miracolo cibernetico fosse un certo Steve Jobs, viene fuori che il primo desktop computer e’ stato inventato niente popo di meno che: da un italiano!
E’ stato infatti il signor Adriano Olivetti che a meta’ degli anni ’60 e’ venuto appositamente a New York, durante la Fiera Universale a presentare il suo il primo computer da tavolo della storia. E le sorprese non finiscono qui: il microchip Intel e’ stato inventato nel ’71 d un altro italiano, Federico Faggin, per arrivare alla prima macchina per fare il caffe’ nello spazio ISSpresso (la Cristoforetti ringrazia!) e approdare alla prima stampante 3D di Olivetti, che rilancia l’azienda alla primissima avanguardia tecnologica.
Insomma, c’e’ davvero tanto di cui essere orgogliosi e moltissime storie da svelare e raccontare. Storie che, grazie all’Istituto Italiano di Cultura a New York, il Consolato Italiano, Olivetti e Lavazza, hanno preso forma concreta in una mostra curata da Maria Teresa Cometto e Riccardo Luna, che apre oggi (13 Novembre) e rimarrà aperta fino al 25 Novembre: “Make in Italy: 50 anni di innovazioni italiane in mostra a New York.”
Oltre a riempirmi d’orgoglio e farmi affrontare a testa alta tutti coloro che pensano che l’Italia sia sempre la solita “pizza, pasta e mandolino,” questa mostra mi intriga per la splendida coincidenza che ha visto Milano città’ ospite della Fiera Universale di quest anno, e allo stesso tempo vede una chicca italiana della Fiera Universale di New York degli anni ’60 ritornare “a casa.”
Saremo pure un piccolo Paese in confronto a tanti altri nel mondo, ma con una forza creativa e intellettuale di grande, grandissima risonanza.
Fateci un salto, alla mostra, e, per una volta, siate fieri di essere italiani. Istituto Italiano di Cultura, 686 Park Avenue, aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, 10AM-5PM.
Hai detto bene… Un “piccolo” paese che ha sfornato più inventori, artisti, scienziati ed intellettuali di qualunque altro. La lista delle invenzioni Italiane sarebbe molto lunga, a partire dal telefono, la radio, la batteria, il computer appunto, l’MP3 (inventato da un signore piemontese). Ad essere Italiani non si può che essere orgogliosi. Brava Cristina, che lo hai ricordato con questo post.
Assolutamente! E dovremmo ricordarcelo sempre, nonostante tutti gli aspetti negativi che ci possano essere. Perché, come mi disse una volta un’amica saggia: “Non sono particolarmente patriottica, ma se non difendo io il mio Paese, chi lo difendera’?