A parer mio gli amanti di David Lynch si suddividono in tre categorie, secondo l’opera che più amano del regista:
1) I patiti di Twin Peaks, che rappresentano la maggioranza, restarono folgorati negli anni ’90 dall’omicidio di Laura Palmer e dal telefilm meno televisivo di sempre. David raggiunse con questi trenta episodi un pubblico immenso, che non avrebbe mai sfiorato con i suoi lungometraggi.
2) Gli adoratori di Dune, di cui ammetto di far parte, che amarono e amano ancora oggi questo film di fantascienza anni ’80. Pare che Lynch avesse rifiutato la regia del terzo episodio di Guerre Stellari, per trasferire sullo schermo il romanzo di Frank Herbert; il risultato è solo apparentemente simile a Star Wars, perché in realtà nasconde una profondità straordinaria, difficile da trovare in un prodotto per il grande pubblico.
3) Le persone che hanno visto Mulholland Drive fino ai titoli di coda, l’hanno capito e saprebbero spiegarmelo.
Oggi a questa classificazione vorrei aggiungere gli appassionati di Lynch pittore: prima di diventare regista, David cominciò la sua carriera artistica in mezzo ai pennelli, senza mai interromperla del tutto. Alla Jack Tilton Gallery ( E 76th street, vicino a Central Park) è stata inaugurata ieri la personale di Lynch, in cui potrete ammirare alcune sue opere, che strizzano l’occhio a Magritte e Francis Bacon.
Non sono un esperto e non sarei in grado di giudicarle, ma di sicuro colgo molti degli aspetti inquietanti e disturbati che si ritrovano nei suoi film, oltre a quell’aura di imperscrutabilità che pervade ogni sua creazione. La mostra chiude il 14 aprile: se ci andate, fateci sapere come vi è sembrata.
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