La performance della Bottega tramite gli occhi di Chiara, neo-newyokese
A partire dal discorso del curatore emozionato nello spiegare la storia del The Tank – teatro di New York dove debutta La Bottega ; al dialetto romano a lui incomprensibile; alla storia di William e Ciranda, protagonisti de “Le Mattine Dieci alle Quattro”; passare una serata in un piccolo teatro “off Broadway” in compagnia di quattro ragazzi italiani con tanto talento e passione quanto Paola, Fabio, Stella e Carlotta, e’ stata un’esperienza affascinante e sorprendente su più fronti.
‘Sorprendente’ perche’ ritrovare un pezzo d’Italia, o meglio proprio della mia Roma Capoccia, in questa Grande e dispersiva Mela, fa stringere un po’ lo stomaco ed il cuore anche se è solo un mese che si è via da casa. Soprattutto quando tutto ciò è reso possibile nonostante una sceneggiatura spoglia, o magari grazie proprio a quest’ultima, non si può che rimanere stupiti dalla forza della storia di William, Ciranda e Stefan.
Apparentemente una storia semplice, eppure che riesce a raccontare il dramma della quotidianietà con la stessa intensità con la quale viviamo la scoperta della tragica sorte di Will (o meglio “Uil”).
Una storia che si svela del tutto diversa, a seconda di chi – tra Stella e Carlotta – interpreta la protagonista Cira, ragazza di periferia, la quale ci colpisce con la sua ironia e la sua forza quando e’ Stella a darle vita, e che grazie a Carlotta commuove il pubblico nella scena finale, abbandonando la sua durezza iniziale e rivelandosi vulnerabile e fragile, come le vite dei personaggi di quest’opera.
Sorprendente e’ stata anche l’energia degli attori che si sprigiona sul palco riuscendo a far ridere il pubblico e così alleggerendo la pesantezza dei temi trattati e rendendo la scelta di passare un venerdì o un sabato sera al teatro – piuttosto che in un locale – improvvisamente più piacevole. Ma questa intensita’ e la voglia di fare non e’ confinata esclusivamente al palco, difatti per festeggiare il successo del loro primissimo spettacolo gli attori saltano giù dalla scena e vengono accolti da un pubblico eterogeneo di giovani e non, italiani ma anche da qualche straniero… è proprio qui che si rimane piacevolmente sorpresi. Sorpresi dalla sensazione di aver fatto parte per un breve momento di qualcosa di un po’ più grande di noi, sensazione che almeno io posso dire di provare ogni qual volta esco soddisfatta da uno spettacolo, una mostra o un concerto, insomma dopo essere stata in presenza di qualcosa di semplicemente bello.
Auguro a La Bottega di continuare con questo stesso contagioso entusiasmo e di non smettere mai di essere sognatori ed ambiziosi, perche’ e’ proprio grazie a queste caratteristiche che posso dire con convizione che aspettero’ con ansia e curiosita` la prossima messa in scena.
Chiara si e’ trasferita a New York quasi due mesi fa per uno stage alle Nazioni Unite, l’alibi perfetto per passare qualche mese a rovistare tra tutto cio’ che ha da offrire questa grande ed invitante mela! Dalle 9 alle 5 assume le sembianze di una persona normale e semi-seria, ed il resto del tempo… si lascio travolgere dalla citta’, ritrovandosi in balìa dei suoi cambi d’umore e di tutte le sue stravaganze.
“E il naufragar m’e’ dolce in questo mare”
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