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Il primo caldo mi ricorda una storia

29 Maggio 2012 di Cristina 1 commento

Da ieri è ufficialmente estate a New York e anche meteorologicamente è arrivata la bella stagione; mentre vi parlo il termometro segna quasi 100 °F (circa 38 °C), una cifra tonda che fa un po’ impressione. Non soffro il caldo e mi piacciono queste giornate luminose tra maggio e giugno, anche se l’unica cosa che si ha in mente è un tuffo in piscina.

Come ogni anno, le autorità tengono gli occhi aperti sul vero problema, ovvero i consumi elettrici: in una città di 9 milioni di abitanti la richiesta di energia è enorme, soprattutto quando si tengono aria condizionata e ventilatori a livello “Rovaniemi a Natale”. Le previsioni sono di un picco del consumo di elettricità intorno ai 33 000 megawatt, leggermente inferiore a quello del 2011 e comunque nella norma: nessun problema in vista.

Eppure un po’ di ansia rimane; forse sono stato condizionato dai libri e dal cinema, ma penso sempre con un po’ di angoscia al blackout più famoso della storia di New York, quello del 13 luglio 1977, la famosa Summer of Sam.  A differenza di quello placido e ordinato del 2003, il blackout del ’77 esplose in uno dei momenti peggiori dal punto di vista economico e sociale. Quella notte scoppiarono più di 1000 incendi e 1600 negozi andarono a fuoco.

Alla fine della follia collettiva erano state arrestate 3700 persone e i danni ammontavano a circa 300 milioni di $, anche se qualcuno calcolò che potessero arrivare al miliardo. Quello fu, a detta di tutti, il punto più basso della storia della New York del XX secolo e da allora, il clima (è il caso di dirlo) è andato costantemente migliorando.

Io non c’ero, ma se qualcuno di voi ricorda l’estate newyorchese del ’77, può scrivermi a tommaso-at-ditourviaggi.com

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Commenti

  1. iki86

    29 Maggio 2012 alle 22:56

    Va beh dai, niente paura… i danni sarebbero comunque minori di quelli fatti dagli avengers!!!

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Cristina: una 9to5-er. Una professionista nel mondo del marketing e comunicazione. Una viaggiatrice linguista. Una sognatrice accanita che crede ancora nelle favole. Eternamente impaziente. In breve: un’italiana a New York che cerca in continuazione di vedere il lato magico nella vita di tutti i giorni.

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