“Mentre il primo semestre si avviava alla fine, riuscii a raggiungere almeno un piccolo obiettivo. Compii diciott’anni. Nel dicembre del 1982, diciott’anni era l’età minima per bere alcolici a New York.”
Ricordo benissimo la prima volta in cui sono entrato in un vero pub inglese, spinto dalla seria intenzione di bere: non credo di aver avuto l’età minima, ma il padrone del locale non sembrò farne una questione di principio. Ancora adesso ripenso a quella sera di luglio come a uno dei passaggi all’età adulta. Fin dal primo momento provai l’inequivocabile sensazione che, in quel posto, tutti gli uomini si conoscessero e appartenessero alla stessa famiglia.
Forse è anche per questo che, leggendo Il Bar delle Grandi Speranze, non ho faticato a credere che un pub potesse diventare il fulcro di una cittadina e perfino della vita di una persona. Questa però non è l’Inghilterra, ma Manhasset, un sobborgo a pochi chilometri da New York, famoso per la passione dei suoi abitanti per le bevande alcoliche e forse noto ai lettori più retrò per essere già stato usato come ambientazione del Grande Gatsby.
Il Bar delle Grandi Speranze non è solo un romanzo, ma una vera autobiografia, una memoir, come recita il titolo originale, della vita di J.R. Moehringer. Ma nonostante si tratti di un tuffo nel passato dell’autore stesso, i rimandi alla letteratura sono ovunque, forse perché tutti vogliamo vivere, ci confrontiamo e ci ispiriamo ai personaggi dei nostri libri preferiti
Come il protagonista di Grandi Speranze di Dickens, J.R. cresce senza il padre, che conosce solo come voce di un dj alla radio. E’ la madre ad allevarlo affrontando mille difficoltà economiche, riempiendolo di un amore viscerale e instillandogli un ambiguo desiderio di rivalsa nei confronti del padre e del mondo intero.
Ma è lo zio Charlie che lo introduce nel luogo che lo formerà per sempre: il Dickens/Publicans, il pub di proprietà di Steve, un’autorità indiscussa in campo alcolico, che ha battezzato la figlia Brandy e la barca Dipsomania. “Al Dickens un normale bicchiere sarebbe stato due volte quello servito altrove. Uno doppio ti avrebbe stordito. Uno triplo ti avrebbe mandato il cervello in pappa.”
E’ intorno ai tavoli del bar che J.R. incontra le persone che lo renderanno un adulto ed è qui che cerca in tutti gli uomini la figura paterna che gli è mancata. Ascoltando gli insegnamenti di Bobo, Joey D e dello stesso Charlie, impara le arti del cazzeggio, delle scommesse clandestine, ma soprattutto l’etichetta del bevitore incallito, i segreti della preparazione dei cocktail e la gestione delle sbronze peggiori.
Da qui partirà anche la sua scoperta del mondo: prima all’università di Yale, dove sarà costretto ad affrontare la superba e altezzosa crème della Ivy League e poi al Times a New York, la metropoli tentatrice, così vicina, eppure così irraggiungibile, dove J.R. subirà le prime delusioni lavorative.
Ma è sempre al Publicans che il protagonista torna per rigenerarsi e riprendersi dalle batoste che il mondo gli rifila. Ma il rapporto morboso e quasi edipico con il bar lo porta sull’orlo di un precipizio, perché la ricerca del nido sicuro si trasforma in una fuga nello stordimento dell’alcool per fuggire dalle frustrazioni della realtà. I suoi soggiorni a Manhasset diventano sempre più spesso un indistinto susseguirsi di sbronze e hangover.
“Finché una notte il bar mi ha messo alla porta, e abbandonandomi mi ha salvato la vita.” Come il migliore dei padri, il circolo del Publicans lo ha educato e per il suo bene gli ha insegnato a stare al mondo e per lo stesso motivo lo spinge più o meno bruscamente a volare fuori dal nido, a non sprecare le sue carte, per non essere costretto a odiare un giorno il bar e la gente che lo frequenta.
E’ così che J.R. abbandona Manhasset, New York e la Costa Orientale per cercare la sua strada altrove; ma lo spirito, in senso filosofico, ma anche alcolico, del pub lo accompagneranno per sempre.
Da leggere in una lunga domenica uggiosa, ma poco per volta, perché si sa che i postumi della sbronza non perdonano.
Tommaso Brambilla, globetrotter multilingue, si dedica alla scoperta del mondo una citta’ alla volta. Mandate una email all’autore del post all’indirizzo itommi@hotmail.it
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