Stamattina mi sono svegliata all’alba per prendere un volo prestissimo per Chicago, dove dovevo andare per lavoro.
Che poi quando ho I voli cosi presto (6.15 di mattina) non riesco mai a dormire perche ho paura di non sentire la sveglia. Quindi praticamente ho dormito in tutto probabilmente nemmeno tre ore.
Bene, quindi, levataccia, volo (su cui ho sonnecchiato) atterraggio, due chilometri a piedi per arrivare ai taxi, salgo su un taxi e questo e’ su per giu lo scambio di battute.
Io (ancora addormentata, con occhiali da sole per coprire le borse): “Salve, mi puo portare a Ohio Street Grazie?”
Tassita, girandosi allarmatissimo: “No, no, non si puo. Miss, si rende conto che siamo a Chicago vero?”
Mi schiarisco la voce – magari con la raucedine non ha capito bene e pensa gli stia chiedendo di portarmi in Ohio STATE. “Si certo. Vorrei andare da Eataly.”
Tassista, con le lacrime agli occhi ormai in preda alla disperazione: “Italy? Ma siamo a Chicago.”
Io, quasi sull’orlo di una risata nervosa: “Ok allora facciamo Downtown Chicago.”
Il tassista, ancora un po’ scettico, pensa di avere calmato le mie pretese geografiche e inizia a guidare.
Ora. Questo mi porta ad una riflessione. Ma e’ mai possibile che, a Chicago come a New York i tassisti non abbiamo la piu pallida idea di dove stiano andando? A New York ad esempio, mi chiedono sempre che strada voglio fare per arrivare dove devo andare, e io mi chiedo sempre se magari e’ meglio e facciamo piu in fretta se guidassi io.
L’America e’ l’unico paese che conosco dove per diventare un tassista non c’e’ nessun prerequisito richiesto. A volte nemmeno il saper guidare, a giudicare da come alcuni guidano.
A Londra ad esempio, per diventare tassisti si devono studiare in lungo e in largo le strade della capitale per anni e passare esami durissimi prima di prendere la licenza. E soprattutto, magari perche sono assolutamente British e quindi molto gentili, di solito ti parlano e ti raccontano della citta’ nel caso ti vedano propenso alla conversazione, o stanno zitti e ti lasciano gustare il panorama con musica neoclassica nel caso in cui vedano che quello e’ esattamente quello che vuoi fare.
Al contrario, in America, New York nello specifico, i tassisti o ti raccontano la loro vita in tutti i dettagli, nonostante siano le 4 del mattino e tu vorresti solo continuare a dormire, o, se per caso divino si accorgono che c’hai l’occhio ancora spento e non sei molto propenso alla parola, prendono il loro telefono e chiamano il primo numero a caso, mettendo si a gridare e ridere, con effetto trapano automatico nel cervello dei passeggeri (e poi chissa’ che tariffa telefonica abbiano per stare al telefono praticamente sempre.)
In ogni caso. Che sia la vostra prima o milionesima volta in un taxi americano, siate pronti. Non a caso infatti esistono souvenirs e tazze con scritto “I’ve survived a taxi ride in NYC.” Perche non e’ sicuramente esperienza per i deboli di cuore!
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