Ricordate la scena de “Il Principe Cerca Moglie” in cui Eddie Murphy e Arsenio Hall cercano il peggior appartamento di New York? Nonostante siano ricchissimi, decidono di installarsi in un terrificante monolocale del Queens, sporchissimo e con vista su un muro di mattoni.
Speriamo che non abbiate mai questo desiderio, ma spulciando (è proprio il caso di dirlo) qua e là, abbiamo trovato la lista aggiornata dei peggiori alberghi del 2011. Ecco la “Bottom 5”: registratevi questi nomi e evitateli come la peste.
5) Hotel Riverside Studios (W. 71st street): nonostante il sito ne decanti “il gusto europeo”, questo alberghetto ha ricevuto 168 recensioni negativi su Trip Advisor. I bagni in comune sono talmente sporchi, che pare ci sia un avviso che recita: ” Se non gradite il bagno sporco, pulitevelo da soli!” Un commentatore ammette che, una volta entrato, ha preferito optare per un cartone sul marciapiede.
4) La Semana Hotel (W. 24th street): è l’alloggio ideale se gradite che il receptionist guardi video di youporn mentre registra i vostri dati. Sulla stessa falsariga, un altro cliente descrive le grandi vetrate come “ideali per il set di un film porno a basso costo”.
3) Sun Bright Hotel (Hester street): ci avviciniamo alla zona bassa della classifica. Un ragazzo australiano lo considera subumano e inadatto al vivere civile. Le critiche più miti paragonano le camere a quelle di un campo di prigionia o a batterie per polli infestata dagli scarafaggi.
2) New World Hotel (Bowery): questa topaia offre camere private a 55 $ (una mancia per Manhattan), ma molti commentatori considerano questa cifra una truffa. Un cliente rumeno ammette incredulo che l’albergo è addirittura peggiore degli ostelli della madrepatria durante l’epoca di Ceaușescu e confessa di aver preferito un ricovero per senza tetto.
1) Squillo di trombe, il primo posto spetta al West Side Inn (107th street). I commentatori lo descrivino come “un ammuffito buco paludoso”, pieno di cimici voraci e preservativi usati nei bagni in comune. Un’esperienza simile alla discesa all’inferno.
Non dimenticate che a New York hai quello per cui paghi. A volte anche meno.
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