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Holy Cannoli! L’esperienza della vera Little Italy nel Bronx

9 Marzo 2010 di Cristina 1 commento

Little Italy nel Bronx…la cosiddetta VERA Little Italy di New York…la patria acquisita dei nostri predecessori…l’enclave nascosta che ancora porta i sapori che ci piacciono tanto…il tripudio di colori e profumi a noi tanto cari… “Aspetta un attimo! Perchè quel ristorante si chiama Kosovo?”

Si, la magia delle note “That’s Amore” e il piccolo film mentale che vi eravate fatti si scontrano brutalmente con la realtà: Arthur Avenue, ovvero la Little Italy nel Bronx, altro non è che una via con parvenza italiana e “Chicken Parmigiana” sul menu.

Il misto di nomi messicani, albanesi, jugoslavi e semi-italiani vi farà girare la testa e strabuzzare gli occhi — eppure la gita non sarà tutta da buttare via. Anzi, si rivelerà molto educativa sullo stile di vita delle miriadi di generazioni di immigrati italiani che ci hanno preceduto. Girate l’angolo su Arthur, dunque, e preparatevi a venire catapultati nel set cinematografico di Good Fellas, in una New York che vo’ fà l’americana, ma è italiana in d’o core.

Vi ritroverete in un mercato “rionale” dove si vende merce di importazione italiana affiancata a sigari cubani, e in un negozio che vende prodotti che in Italia quasi non esistono più. Vi imbatterete in numerosi macellai e salumieri che, con i loro mille salami profumati appesi al soffitto, faranno quasi rimpiangere l’arrivo dei supermercati nelle nostre piccole cittadine di campagna in Italia — quella vera.

Che vi piaccia o non vi piaccia, una cosa è certa: dell’Italia (quella contemporanea) o dello stereotipo dell’italiano immigrato a New York durante il ventesimo secolo c’è ben poco.

Più viziata e meno sognatrice, la nostra è una generazione migrante fatta di  baby nomadi che si cibano solo di Pan di Stelle importati e bevono caffè Illy, mentre i veterani si cucinavano un bel piatto di meatball spaghetti — con molto aglio, così si copre la mancanza delle tanto amate spezie, che non si riusciva ad importare nel nuovo mondo.

A questo punto dunque, quando il vostro stomaco inizierà a gorgogliare, vi troverete di fronte ad una scelta: mangiare italiano, o italo-americano? Ricercare la tradizione tricolore a noi familiare o calarsi totalmente nei panni di un immigrato italiano in America del secolo scorso?

Se optate per la seconda, non vi resta che buttarvi a capofitto in uno dei tantissimi ristoranti più o meno anonimi, con offerta di linguini e penne alla vodka. Se al contrario l’idea di polpette nella pasta alla Lilly e il Vagabondo proprio non vi va giù, entrate da Zero Otto Nove, ristorante pizzeria salernitana costruita in una finta piazza di paese, con tanto di cartelloni pubblicitari italiani sui muri. La pizza, cotta nel forno a legna, è divina e abbastanza economica ($10). La bottiglia di acqua gassata costa $8 al litro, però — avere voglia di bollicine a New York costa caro!

Finite la vostra gita con cannolo e caffè dalla signora Carmela, nella prima pasticceria aperta della zona, Egidio Pastry (su 187th Street e Hughes Avenue) — per rendervi conto che sui dolci tutte le generazioni di immigrati italiani concordano pienamente…Holy Cannoli!

Per arrivare ad Arthur Avenue: Metro North da Grand Central, fermata Fordham Univesity, New York.


La differenza è visibile ad occhio nudo soprattutto passeggiando nel mercato “rionale” dove si trovano prodotti di importazione italiana, affiancati a sigari cubani, o facendo un salto in uno dei tanti negozietti che vendono prodotti che in Italia quasi non esistono più. Numerosi sono anche i macellai e i salumieri che, con i loro mille salami profumati appesi al soffitto, fanno rimpiangere l’arrivo dei supermercati nelle nostre piccole cittadine di campagna.

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Cristina: una 9to5-er. Una professionista nel mondo del marketing e comunicazione. Una viaggiatrice linguista. Una sognatrice accanita che crede ancora nelle favole. Eternamente impaziente. In breve: un’italiana a New York che cerca in continuazione di vedere il lato magico nella vita di tutti i giorni.

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