É da anni che vado e torno dal Veneto: ho frequentato l’università a Venezia, mentre parenti e amici hanno studiato a Trieste e a Padova, invitandomi a un’infinità di feste di laurea. Durante i miei anni lagunari ho sviluppato una dipendenza dallo spritz, l’aperitivo più diffuso nel nordest. La ricetta è molto semplice, aperol, vino frizzante e acqua, ma la miscela dei tre ingredienti può portare a risultati totalmente diversi. Nella stessa Serenissima ho provato brodaglie imbevibili e mix perfetti, anche se il migliore resta quello del Caffè Pedrocchi di Padova.
E a New York? É risaputo che in città si trovano tutti i cibi e tutte le bevande del mondo, a volte di qualità addirittura superiore rispetto agli originali. Nel 2004 il Gruppo Campari ha cominciato a distribuire l’Aperol negli Stati Uniti e ha intrapreso una feroce campagna pubblicitaria per renderlo popolare tra gli Americani.
Eppure Manhattan, il Regno dei Cocktail, non sembra ancora aver accettato in pieno quest’importazione e sull’Isola non è semplice trovare un vero spritz; l’ultimo che ho bevuto era premiscelato e non lo considero nemmeno. I migliori spritz di New York restano quello del Walter Foods di Williamsburg (253 Grand Street), della Birreria di Eataly e ovviamente del Cipriani (Grand Central), che ha dalla sua la provenienza DOC.
Un piccolo problema è il prezzo: mentre nei bar veneziani lo spritz costa di solito 3-4 € e perciò ne vengono consumate dozzine alla volta, a New York è considerato a tutti gli effetti una consumazione e il prezzo si aggira intorno ai 12 $. In Laguna lo spritz è poi accompagnato dai famosi cichetti, stuzzichini a poco prezzo che stemperano l’alcol e permettono di non lasciare il locale in ginocchio; io non l’ho ancora trovato e dubito che a New York ci sia un bar che offre crostini con il baccalà a 3 $.
Negli Stati Uniti capita tra l’altro che si complichino ricette molto semplici: all’ ‘Inoteca di Kips Bay, lo spritz è preparato con succo di limone, albume, miele e prosecco, mentre al Clover Club di Brooklyn ci aggiungono rabarbaro e fragole; per carità, fantasiosi e attraenti, ma non hanno nulla a che vedere con l’aperitivo originale.
Scrivete a tommaso-at-ditourviaggi.com se volete contattare l’autore di questo articolo, oppure se conoscete qualche altro buon bar newyorchese dove godersi qualche spritz, senza dover fare un mutuo.
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