Non so voi, ma per me estate vuol dire mare. O meglio, ha sempre voluto dire mare, prima che mi trasferissi negli Stati Uniti e quindi smettessi di andare al mare, e sacrificassi le mie poche, pochissime vacanze per tornare in Italia. Eh si, perché da allora, sebbene l’Italia sia il paese più’ bello del mondo e tutti i miei amici americani mi invidiano da morire appena dico che vado in Italia per le vacanze, in verità’ per me vacanze non e’ più “uguale mare.” Che vi devo dire. Sono della Brianza ed e’ una disgrazia alle volte.
Quindi. Il bisogno di mare c’e’ sempre ecco. E non avendo altri giorni liberi se non i pochi che mi spettano per legge, praticamente mi devo consolare con qualche weekend lungo qua e la, e qualsiasi attività’ coinvolga la vista del mare a New York. Eh si, perché a volte mi dimentico che a New York c’e’ il mare. Certo, parliamo dell’oceano, e quindi ben diverso dal Mare Nostrum. Ma sempre di tanta acqua e rumore delle onde si tratta.
Cosi, armata di tanta buona volontà e di tanta fantasia, quasi un anno fa mi sono ritrovata a fare kayaking nelle rive dell’Hudson. Che mare non e’, ma, come dicevo prima, sempre di sponde ondose e di tanta acqua si tratta.
A parte i primi pensieri paurosi della serie: “Se cado dentro ci sono i mulinelli e muoio. Se cado dentro divento verde fosforescente come Hulk. Se cado dentro mi mangiano gli squali e tutte le creature marine non naturali che sicuramente si nascondono nell’Hudson,” devo dire che mi sono appassionata, e appena la bella stagione e’ ritornata, mi sono ricatapultata alla Downtown Boathouse, dove appunto c’e’ la possibilità’ di fare kayaking, aggratis.
Eh si, perche si tratta di un gruppo di volontari che ogni weekend da Maggio a Ottobre (9AM-6PM) e in settimana durante i mesi di Luglio e Agosto (5PM-7PM) danno questa bellissima opportunità’ a tutti coloro che volessero esplorare le acque dell’Hudson e godere di una vista strepitosa e inusuale di World Trade Center.
Una volta arrivati al Pier infatti, dopo i convenevoli (ovvero dopo aver firmato tutte le carte che dicono che se vi fate male o ci rimanete sono un po’ fatti vostri e nessuna responsabilità’ dei volontari) potete scegliere la vostra giacchetta di salvataggio, mettere tutti i vostri averi negli armadietti chiusi a chiave, e lanciarvi nel recinto acquatico Hudsoniano su una canoa singola o per due (dove potete portare anche i vostri bambini, che fino a 16 anni devono per forza salire con voi) e iniziare a remare.
Ora, badate bene che:
– quando passano le barche e la Circle Line al largo del fiume da voi arrivano le onde assassine. Quindi tenetevi forte.
– come dicevo prima, non e’ che sia proprio l’acqua verde e noi, le rocce, bianco il fondo. Il fondo proprio non si vede. Pero ogni tanto si vedono dei pesci. Abbastanza grossi. A volte anche morti, in superficie. Eh si, siamo a New York, uno su mille ce la fa.
– La corrente e’ abbastanza forte, e questo vuol dire che andrete a incidentarvi con molti altri kayak (perché, appunto, siamo a New York, dunque assieme a voi altri mille, appunto, hanno avuto la stessa idea.)
– Non andate vestiti della festa. Anzi. Portate un costume da bagno perché si, anche se probabilmente non cadrete nell’acqua, vi bagnerete. Tanto. Ma proprio tanto. E magari non volete andare da Century 21 a prendere nuovi vestiti ogni volta, come faccio io perché smemorata.
– La crema solare la potete lasciare a casa, perché anche quella e’ data in dotazione e completamente aggratis dai fantastici volontari.
– Lo so che fare una selfie di voi sul kayak con dietro la baia sara’ una tentazione forte, ma vi prego, non portate il cellulare perché, vedi punto sopra, siete sull’acqua e a meno che il vostro cellulare abbia una cover impermeabile…non pensateci nemmeno.
Una volta domate le intemperie e una volta alzato lo sguardo, vi troverete nel mezzo della baia di New York, con l’aria salmastra sul viso, e i capelli scompigliati, Lady Liberty da una parte, World Trade Center dall’altra, e l’Empire che si vede in lontananza. Be, dite poco!
Per maggiori informazioni: http://www.nykayak.com.
Lascia un commento