Una delle cose piu’ meravigliose che abitare a New York mi abbia insegnato e’ che sono italiana.
Grazie tante, direte voi. Come se non lo sapevi gia’ da prima.
Ebbene…forse no. Forse non lo sapevo gia’ da prima. Prima ero una semplice ragazza che viveva alle porte della capitale italiana del consumismo. Prima non conoscevo altre realta’ sebbene fossero cosi vicine alla mia.
Prima l’Italia era divisa tra “terroni” e “polentoni”, e nonostante la mia bella Milano mi avesse fin da piccola insegnato quali fossero le piu’ svariate sfumature di grigio, le cose stavano cosi: o si era bianchi, o si era neri.
Poi e’ arrivata New York. E gli amici provenienti da tutta Italia — con cui, come e’ ovvio che sia, ho iniziato a fare comunella, dato che per una volta nella vita si aveva una cosa fondamentale in comune: quei 6,000 km che distavano da casa (kilometro in piu’, kilometro in meno.)
Dapprima e’ arrivata Gabriella, con il suo “Belin” e il mare sulla pelle e negli occhi. Poi e’ arrivato Alessandro, con l’accento che ti fa sorridere immediatamente, e le sue piadine. Poi e’ stato il turno di Paola, e Riccardo, con la loro esuberanza romana e l’energia latina nel sangue. Poi ancora sono arrivati Giulio, e Luca, e un altro Luca, e Valeria e Corrado, con la dedizione e la tenacia triveneta. E ancora e’ stato il turno di Amy, e di Andrea, e di Giordana, con il calore della soleggiata Sardegna. E poi Tiziana, e Fabio, Giuseppe, e Lorenzo, con la passione e il cuore grande pugliese.
Tutti con i propri accenti. Tutti con le proprie tradizioni. Tutti con qualcosa da raccontare. Tutti con quel brillio negli occhi appena si sente parlare di cibo italiano. Tutti incazzati neri con la madrepatria. Tutti che pero’ prenderebbero un aereo domani per ritornare.
Tutti cosi’ diversi. Ma anche cosi uguali. Tutti cosi COLORATI.
Si, colorati. Colorati nel senso lato del termine: quando la parola colore e’ utilizzata come antonimo di grigiore e pallore. Quando al colore si legano diversi sentimenti e svariate connotazioni. Come quando si dice che “e’ un mondo pieno di colori”. Come quando si usano i colori per tirarsi su di morale, come nella cromoterapia.
Ecco, i miei incontri italiani a New York sono stati per me come una bellissima cromoterapia. Come quando capisci che non c’e’ nulla di piu’ bello se non il percepire le minime differenze che fanno la persona unica.
Ed e’ da questi incontri sgargianti che sono nate idee stupende, sinergie fantastiche, flussi di energia convogliati in progetti portati avanti con tanta passione.
Uno di questi progetti ve lo abbiamo presentato passo per passo: lo spettacolo teatrale a New York con la neonata compagnia teatrale La Bottega. L’idea di portare il teatro italiano a New York non poteva che farci gola a noi di iNewYork.it (che appunto miriamo a “italianizzare” la Grande Mela.)
E cosi, passo dopo passo, ci siamo quasi: finalmente, dopo tanti sforzi, tanta passione e altrettanti sacrifici siamo pronti per andare in scena — anzi prontissimi!)
Lo spettacolo e’ fissato per i giorni 15 e 16 Luglio, presso il teatro The Tank, 345 West 45th street, alle 21.30. Il pezzo che i ragazzi faranno vivere attraverso la loro recitazione e’ “Le mattine dieci alle quattro”, di Luca De Bei, con la regia di Laura Caparrotti.
Avendo assistito alla formazione della compagnia, alla scelta dell’opera, ad alcuni incontri tra gli attori, alla ricerca del teatro e alle discussioni sulle tempistiche, mi sento agitata come un bambino davanti a pacchi regalo enormi sotto l’albero di Natale. E io non saro’ nemmeno tra coloro che calcheranno il palco quella sera, e trasmetteranno la loro voglia di creare qualcosa di nuovo, la loro passione per la terra natia, il desiderio di “italianizzare New York.”
No, non oso nemmeno immaginare come si sentano, ora che il giorno X si avvicina alla velocita’ della luce.
Una cosa pero’ la posso dire con certezza: il 15 e il 16 Luglio in quel teatro a Broadway succedera’ qualcosa di speciale. Qualcosa di magico. Succedera’ che un gruppo di ragazzi italiani, con accenti, esperienze e background differenti riuscira’ a fare qualcosa. E per quella sera ci dimenticheremo dei nomignoli che ci hanno affibiato — generazione me, generazione di rammolliti, generazione di bamboccioni, generazione di giovani che non hanno voglia di fare, ne di lavorare.
Quella sera sara’ nostra. Quella sera tireremo fuori i nostri vestiti migliori e allestiremo uno spettacolo sgargiante per chi avra’ voglia di venirci a vedere.
Quella sera i nostri colori si mescoleranno sulla tavolozza, e dipingeranno un quadro bellissimo, la cui magnificenza speriamo raggiunga anche il tanto amato, odiato, agognato e sognato Bel Paese.
Perche’ non c’e’ nulla, NULLA, di piu’ bello, di piu’ emozionante, di piu’ rassicurante e rasserenante di un meraviglioso arcobaleno che squarcia il cielo fiero e maestoso, subito dopo la tempesta.
Per maggiori informazioni: http://labotteganyc.wordpress.com/
Per acquistare i biglietti ($15 a persona, affrettatevi, i posti sono limitatissimi :)): http://www.brownpapertickets.com/event/183202
Per donazioni: http://www.kapipal.com/a4520968820f4485bb1e5b2d3630acb8
Che belle emozioni che sai trasmettere! le riconosco tutte, la gioia di condividere un pezzetto d’Italia con altri connazionali espatriati e l’eccitazione del palcoscenico. Mi piacerebbe esserci il 15 e il 16: sarà magico, lo so. bellissima iniziativa, e devo ricordarmi di visitare più spesso il vostro bel sito per restare in contatto con la mia città preferita! grandi anche i video: Union Square è un posto unico e con l’arrivo dell’estate si popola di personaggi davvero fantastici! beati voi che siete lì! Continuate così!
Le tue parole mi sono arrivate al cuore!!! Sono arrivata a non sopportare più la mia Italia ma tu sei riuscita a farmi sentire orgogliosa di essere italiana anche se adoro l’America e vorrei viverci!!!!Ti e vi auguro il successo che meritate e in bocca al lupo per il 15 e 16 luglio e per i giorni a venire!!!!!!
Grazie mille Katia e Sonia 🙂 🙂 🙂