Questo weekend e’ St. Patrick’s Day. Mi sembrava corretto menzionarlo anche quest anno perche’ innanzitutto nel caso siate a New York vi consiglio di andare alla parata. Divertente, carina, sicuramente vi da qualcosa da fare (e per maggiori informazioni su come prepararvi psicologicamente per la parata, vi rimando qui.) In secondo luogo, perche’ ho sempre avuto un debole per l’Irlanda. Mentre tutti i miei coetanei andavano a fare vacanze studio a Londra ed Erasmus a Barcellona, io volevo andare in Irlanda. Io ero attratta dal paese verde speranza, dagli accenti strani, dalle case colorate e la musica celtica.
Non so esattamente perche’. Semplicemente mi attirava. Ed e’ per quello che all’università io il mio periodo all’estero l’ho passato proprio a Dublino. Periodo di cui mi ricordo principalmente tre cose:
- Il cielo. Mai vista la velocita’ con cui le nuvole si muovevano sulla coperta azzurro smagliante di Dublino. Una meraviglia incredibile. Un cambiamento mai visto. Ti alzavi la mattina con la neve, uscivi dall’università il pomeriggio con il sole.
- I pub di Temple Bar. La musica, il calore, la birra, l’aria famigliare. Bambini e adulti che si trovavano in un ambiente accogliente, dove tutti erano i benvenuti e ridevano e scherzavano, e ascoltavano band dal vivo.
- Il viaggio cross country fatto in pullman per andare da Dublino a Galway, le Cliffs of Moher, quella notte a dormire con il sacco a pelo in ostello e il naso freddissimo al risveglio, la cena più semplice con il più buon salmone affumicato e pane nero della vita.
Non c’e’ da stupirsi quindi che i miei primi amici newyorkesi fossero in verita’ tre irlandesi con cui uscivo spesso prima che tornassero in Irlanda qualche anno fa, e di cui ho un bellissimo ricordo — ma non mi stupirei la cosa non fosse reciproca più che altro per i buchi neri nei quali entravano dopo una serata al pub che finiva puntualmente alle 6 di mattina con io sobria e stanca morta (perche’ nel mentre che loro avevano continuato a bere io avevo bevuto fino al mio massimo, sentita ubriaca e rinsavita) e loro in stati completamente pietosi.
In ogni caso, la cosa bella di avere amici irlandesi e’ che mi portavano in posti irlandesi. Che mi sento di consigliarvi, nel caso in cui questo weekend vi sentiate in vena di celebrazioni all’insegna di St. Patrick, ma non abbiate una grande voglia di mettervi in fila per vedere la parata.
Irlanda da Bere
Il più famoso dei pub irlandesi e’ McSorley. Che, incidentalmente e’ anche il pub più vecchio di New York. Quello dove ci sarebbe andato pure Leonardo di Caprio in Gangs of New York per intenderci. Si, vecchio di quel genere. Aperto nel 1854 (che in lingua storica americana equivale all’incirca al 200 a.C.) serve da allora birra irlandese in un posto abbastanza sobrio, con la segatura per terra. A proposito di segatura, un altro pub irlandese dove mi portavano sempre i miei amici irlandesi prima che diventasse un posto turistico e’ Molly’s Shebeen Pub and Restaurant (che prende il nome dalla famosa statua della pescivendola Molly Malone a Dublino.) Qui non solo di beve: si mangiano anche ottime “pies” tipiche del paese color smeraldo.
Irlanda da Mangiare
Non c’e’ nulla che mi fa arrabbiare di più che le persone che dicono che a New York si mangia male. Che gli americani mangiano male. Che il cibo in America fa schifo. Svegliatevi: non e’ vero! O almeno, non e’ PIU’ vero! La ristorazione in America ha fatto passi da gigante negli ultimi dieci anni, e una citta’ come New York e’ diventata l’epicentro di una serie di esperimenti che hanno portato ad alcuni dei bar e ristoranti più famosi al mondo. Certo, forse il cibo irlandese non e’ rinomato nel mondo, ma quello che rende tutti i pub e i posti di ristorazione in Irlanda famosi e’ il senso di ospitalita’. Si entra in un pub irlandese e ci si sente immediatamente a casa. Ed e’ proprio su quello che i fondatori di The Dead Rabbit hanno creato la loro esperienza. Aggiungendo un pizzico di New York nell’offerta di cocktails, e un pizzico di vecchia Irlanda nel cibo (la pie di agnello vi trasporta immediatamente nel centro dei verdi altipiani celtici. Da provare.
Irlanda da Ascoltare
Se invece vi sentiate in vena di ascoltare della musica celtica e sentirvi trasportati in una Dublino d’altri tempi (ecco per quello dovrete chiudere gli occhi e avere tanta fantasia, perche nessun angolo d’America, che abbia degli Americani dentro, potrà mai replicare la magia di Temple Bar) fate un salto da Paddy Reilly’s. Per celebrare San Patrizio non manca mai la musica dal vivo.
Buon San Patrick Day!
Grazie cara, bella scoperta il tuo blog… 😉
Grazie 🙂