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Dieci cose che mi sono mancate di New York

31 Luglio 2014 di Cristina 4 commenti

Ok, ok, a gran richiesta, ecco la lista delle dieci cose che mi sono mancate di New York mentre ero in Italia.

1. AZZ, IL LATTE!

Di natura sono una persona molto sbadata — per la gioia di chi mi sta vicino. Quindi capita che all’alba delle 11 di sera mi accorga di aver finito il/la ___________ (inserire parole a caso, nonostante le piu’ gettonate siano: il latte, i biscotti, il pane, il mangiare del gatto.) E questo succede piu’ volte di quelle che ammetterei mai. Per fortuna pero’ che vivo a New York! Luogo comune, e’ vero, dire che “a New York se ti dimentichi il latte lo puoi andare a comprare a qualsiasi ora al deli all’angolo — ma se, come me, anche voi ve lo dimenticate cinque volte a settimana (ullalla, quanto latte bevi?!) credetemi, vivere a New York diventa una benedizione.

2. L’EMPIRE STATE BUILDING

Ok, non e’ che mi sia mancato di per se. E’ la sensazione dell’Empire State Building che mi e’ mancata. Un po’ la “Empire State of Mind.” Lo ammetto: a volte mi capita di entrare in ufficio alle 8 e riemergere per miracolo alle 10 di sera. Quando mi succedono giornate del genere mi dico che se vivessi a Milano non farebbe differenza, dato che stare chiusi tra quattro mura a New York e stare chiusi tra quattro mura a Milano e’ pressoche indifferente. Pero poi esco e vedo l’Empire. E allora mi ricordo. E un po’ mi commuovo. Non so esattamente perche, ma mi commuovo.

3. DOVE SI MANGIA STASERA?

Cinese, vietnamita, australiano, marocchino, messicano, peruviano, neozelandese, inglese, francese, belga, tedesco, russo, greco, italiano…chi piu ne ha piu ne metta! Che a New York si mangi male e’ assolutamente un falso, falsissimo mito. New York ha alcuni dei ristoranti migliori al mondo, e la varieta’ del cibo stessa e’ infinita! Certamente, il cibo italiano e’ imbattibile, ma cosa succede se vi viene improvvisamente voglia, non so, di una bella cena greca?!

4. GLAM, GLAM, GLAMOROUS

Se vi guardate in giro capite immediatamente di cosa parlo: tutti a New York sembrano immersi in un proprio film personale. Tutti sono i protagonisti di una pellicola mentale che aggiunge una sorta di patina glam a tutto cio’ che succede a New York. A New York non si va al lavoro, si sfila al lavoro; a New York non si fa jogging, ci si misura con se stessi e i propri limiti; a New York non si va fuori a mangiare, si inforcano un paio di occhiali da sole e, insieme a un gruppo di amici, si recita nel video musicale di una qualche star indi. A meta’ tra The Truman Show, Il Diavolo Veste Prada e Super Mario, vivere a New York equivale a vivere nel proprio film personale.

5. GOOD MORNING!

“Good morning, good moooorning, it’s too late to say good night, so good morning, my darling, to yoooouuu” cantava la canzone di una nota pubblicita’ (ehm, dico “nota pubblicita’” perche in verita’ mi ricordo la canzone ma non mi ricordo di che cosa fosse — ma faccio affidamento sul fatto che appena detto “nota” ve la ricordiate anche voi, o vi sentiate in difetto per non ricordarvela.) In ogni caso. Si descrivono i newyorkesi come fossero pantere incazzate ad ogni ora del giorno e della notte. In verita’, sono tutti molto carini e gentili — o per lo meno fanno finta, per calarsi nella parte del film personale di cui sopra probabilmente. Ogni mattina passo davanti a un senzatetto che passa la sua giornata a dire buongiorno alla gente. Non ti chiede soldi. Non ti guarda con la faccia come a dire “maledetto, te c’hai un lavoro e io no.” No, no. Lui e’ semplicemente li, e ti dice buongiorno con un gran sorriso. E se ti vede che non sorridi ti dice “Smile! Smiles are free!” E tu sorridi. E il mondo sorride. Good morning, good mooooorning…

6. “COSA FACCIAMO STASERA PROF?”

Se Mignolo col Prof abitassero a New York, la risposta alla fatidica domanda di fine puntata sarebbe stata, anziche “quello che facciamo tutte le sere, Mignolo, tentiamo di conquistare il mondo”, qualcosa come: “mah, non so vedi te, c’e’ il film all’aperto in Bryant Park, c’e’ un concerto gratis in Prospect Park, c’e’ una stand up comedy carina, se no una biciclettata a Central Park…” e potrei andare avanti all’infinito. A New York c’e’ sempre qualcosa da fare. Che poi finisci come l’asino di Buridano a stare in casa, totalmente sopraffatto dalla varieta’ della scelta. Ma il sol pensiero che tu possa fare tutto quello che vuoi…eh, quello e’ elettrizzante!

7. CE FAMO DU’ SPAGHI?

O meglio, ce famo ‘na grigliata sul tetto? O al parco? O sotto il ponte di Brooklyn, guardando la notte scendere su Manhattan? Una cosa che adoro fare d’estate e’ andare in uno dei supermercati, svaligiare il reparto carne/pesce/verdure e portare il tutto in uno dei parchi attrezzati con griglia pubblica. Il mix tra vivere all’aria aperta, ma essere nella citta’ di cemento che piu’ cemento non si puo’ del mondo e’ una contraddizione affascinante.

8. LA CARNE

Se avete mai assaggiato la carne statunitense, questa si commenta da sola. Italia, Italietta mia, ti adoro e vivrei a pizza, spaghetti e risotto. Ma la carne americana. Uh, la carne americana. Di un’irresistibile scioglievolezza come i cioccolatini Lindor.

9. LA PELLE LISCIA

Se avete letto il mio post sullo scrub coreano (http://www.cartolinedacristina.com/storie-di-scrub-coreano-a-new-york.html), sapete di cosa sto parlando! Umidita’ a mille, ma pelle perfettamente pulita, liscia e idratata. Eh si, New York e’ anche questo!

10. LA BABELE MODERNA

A New York si parlano mille lingue. Dovunque siate, a qualsiasi ora del giorno e della notte. La citta’ e’ cosmopolita per eccellenza, e quindi potrei stare qui a dirvi quanto apprezzi uno stile di vita dove la mescolanza di lingue, culture e tradizioni arricchisce l’uomo moderno e lo rende cittadino del mondo, in un incontro affascinante di pensieri, idee e lingue anche molto lontane tra loro — cosa che porta alla progressione dell’intera umanita’. In verita’ mi e’ mancato il fatto di non poter commentare in italiano ad alta voce. Insomma, siamo sinceri: chi non ha mai avuto un momento stile “ma come si e’ vestita quella li?” nella propria mente? Ecco, a New York, potete condividere questi e altri pensieri ad alta voce senza rischiare piu’ di tanto di essere capiti dalle masse. Il passaggio da commento mentale a commento esplicitato e’ quasi liberatorio. Peccato che il passaggio inverso e’ una vera forzatura e non viene proprio automatico — rischiando la crocefissione in sala mensa quando queste esteriorizzazioni mentali succedono in automatico in Italia…

11. Postilla: ovviamente mi e’ mancata quella piccola palla di pelo indemoniata che risponde al nome di mia gatta. Non essendo una jetsetter, non e’ venuta al mio seguito in Italia. E sinceramente preferirei una martellata sull’unghia del mignolo del piede sinistro che affrontare un viaggio aereo di 9 ore con lei.

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Laura Colli Ghisalberti

    31 Luglio 2014 alle 20:20

    condivido al 100 % gatta compresa ! 🙂

  2. iki86

    6 Settembre 2014 alle 18:23

    Il punto 2 in particolare te lo condivido in pieno… New York è la città dei grattacieli, ne ha 5818, ma di questi ce n’è solo uno che ti lascia quel groppo in gola ogni volta che lo guardi. Me lo ricorderò sempre, la prima volta che sono venuto sono atterrato al Newark, e dalle vetrate lo vedevo e non riuscivo a crederci, continuavo a ripetere fra me e me “quello è davvero l’Empire State Building”, non “quello è davvero lo skyline di Manhattan”…

  3. Marsi

    25 Settembre 2014 alle 13:28

    Ciao, a proposito di cose da fare a new york io ci saro dal 23 al 30 dicembre. Riesci a dirmi se ci sono dei car show o truck show o cose simili previste per tale periodo
    In quanto non trovo niente. Grazie e complimenti per il blog

  4. iNewYork.it

    13 Novembre 2014 alle 16:12

    Ciao! Che io sappia non ce ne sono in quel periodo. Che io sappia ce n’e’ solo uno ad Aprile: http://www.autoshowny.com/.

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Cristina: una 9to5-er. Una professionista nel mondo del marketing e comunicazione. Una viaggiatrice linguista. Una sognatrice accanita che crede ancora nelle favole. Eternamente impaziente. In breve: un’italiana a New York che cerca in continuazione di vedere il lato magico nella vita di tutti i giorni.

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