Ieri ho comprato l’albero di Natale. Il che puo’ sembrare una cosa totalmente normale, anzi quasi ritardataria, dato che di solito si fanno gli alberi la prima settimana di Dicembre — eppure e’ stata un’esperienza memorabile. Primariamente perche a New York gli alberi di Natale si comprano per strada dagli omini che passano praticamente da meta’ Novembre a fine Dicembre a letteralmente congelare in mezzo alla neve per fare in modo che le famiglie circostanti possano avere un bell’alberello da decorare.
Dovete sapere infatti che da piccola non ho mai avuto un albero di Natale vero in casa. Vuoi per questioni ecologiche (la scusa) vuoi per questioni di pulizia (eh, infatti, questo gia’ sembra piu’ realistico!) nella mia famiglia abbiamo sempre avuto un alberellino che faceva la sua sporca figura, ma era finto. Infatti era lo stesso ogni anno, a volte anche con le stesse decorazioni.
Giunta a New York, alla prima opportunita di avere un alberello tutto mio, e soprattutto vero, mi ci sono buttata a capofitto — e ho quindi acquistato il mio primissimo albero di Natale vivo e vegeto due anni fa. Quirky, cosi si chiamava, perche era uno di quegli alberi con la punta un po’ spelacchiata e il resto del corpo ciccionissimo, ha avuto un bellissimo Dicembre e Natale con me, servendo da centro dell’attenzione durante cene natalizie e da ottima decorazione quasi da favola con sotto i regali impacchettati.
Memore della mia esperienza, e un po’ incattivita dal fatto che per via del lavoro l’anno scorso non sono riuscita nemmeno a mettere su due luci in casa, quest anno ho deciso di andare “all out” e di comprare un albero da 7 feet. Si, 7 feet. Praticamente ho un albero di Natale alto come un giocatore di basket che si e’ trasferito in casa con me. E la sua presenza la fa sentire tutta perche e’ proprio nel centro del soggiorno. Ma alla fine e’ a questo che servono gli alberi di Natale no?
L’unico problema e’ che dopo aver comprato The Green Roommate (questo il nome del nuovo albero) ho avuto uno di quei momenti bittersweet che manco le canzoncine natalizie di sottofondo mi hanno aiutato a tirarmi su di morale. Vedete, le cose un po’ tristi sono fondamentalmente state tre:
1. Mentre compravo l’albero mi sono ovviamente interfacciata con l’omino degli alberi, che chiameremo cosi per simpatia Il Pazzoide Canadese. Ebbene si, ho scoperto che l’omino degli alberi e’ di vicino Montreal, ed e’ pazzo — e in effetti per stare al freddo e al gelo per tutto l’inverno dormendo solo in una piccolissima roulotte qualche rotella fuori posto ce la devi avere. Insomma, il Pazzoide Canadese mi ha raccontato che deve stare fuori tutta notte se no gli fregano gli alberi. E inoltre di notte gli arrivano i nuovi alberi per l’indomani. Quindi, domanda numero uno: ma non dorme mai? Domanda numero due: ma non ha freddo? Domanda numero tre: Ma perche, PERCHE?
2. La cosa piu’ bella e’ che mentre diceva queste cose si vedeva proprio che era felice. E il che mi ha fatto sentire un po’ come la principessa sul pisello perche ogni volta che mi lamento del mio lavoro dovrei pensare che almeno non devo stare due mesi al freddo e al gelo senza dormire per vendere alberi di Natale. Ora, le cose sono due: o passa i restanti dieci mesi su una spiaggia caraibica con Pina Colada alla mano, o e’ felice davvero di quello che fa. Secondo me e’ la seconda. E il che mi mette tanta felicita’, ma anche un po’ di tristezza perche porca miseria che mi serva da lezione la prossima volta che mi lamento di cio’ che faccio.
(Post Scriptum: magari sono in uno di quei film in cui sotto Natale Babbo Natale manda alla protagonista un elfo sotto forma di omino degli alberi che fa capire alla protagonista quanto la sua vita sia fatta di insoddisfazioni e finalmente si decide a mollare il lavoro, che porta a trovare l’amore, che porta a trovare un altro lavoro, che porta ad una valangata di soldi, che porta ad una casa nuova, che porta a tanta felicita’, una carriera della madonna, un marito e due bambini, tutto tra il 10 Dicembre e la Vigilia di Natale. Vi faro’ sapere il 25.)
3. Sempre il Pazzoide mi ha detto che ci vogliono 12 anni a far crescere un albero come quello che ho preso. E li la mia parte ecologista credo abbia lanciato uno strillo che manco gli strilloni al mercato. DODICI ANNI. E io lo faro’ fuori in un mese. A Gennaio the Green Roommate sara’ buttato tra i tanti alberi di Natale usati sul marciapiede in attesa di qualcuno che lo venga a prendere per riciclarlo. Insomma, 12 anni buttati nel cesso, o meglio sul marciapiede. Mi sono sentita come un’assassina ammazza-alberi.
Dunque, in conclusione: sicuramente invito l’omino degli alberi alla cena di Natale che sto organizzando, in maniera tale che mangi un po e stia un po’ al caldo. In secondo luogo, magari l’anno prossimo faccio il presepe?!
si,meglio non ammazzare gli abeti che per crescere ci mettono anni io sono una ecologista e mai comprerei un albero vero ma nemmeno finto ..non me ne importa nulla
eco mettiamo la cosi' …..mania consumistica la definirei senza offendere chi ci tiene tanto.Bianca B Laura Bellini
Beh ma ci saran posti dove puoi portare a piantarli, no? Qua a Udine ce ne sono! Poi vabbè noi un albero vero l’abbiamo tenuto 9 anni (cambiavamo di tanto in tanto il vaso fino a quando non è diventato davvero troppo grande e a quel punto, qualche mese fa, l’abbiamo piantato in giardino) e proprio un paio di settimane fa ne abbiamo preso uno nuovo.
Sono tornata adesso da New York, e ho visto strade strapiene di alberi di natale abbandonati sui marciapiedi, ti prego, toglimi una curiosità: chi è che prima o poi dovrebbe venire a prenderli? E riciclarli per cosa?? Grazie mille!
Ciao Barbara! E’ la citta’ che pensa a ritirare gli alberi per strada, dal 5 al 16 gennaio. Usano poi il legno nei parchi o nei campi attorno a New York!