Proprio un paio di giorni fa scrivevo di una delle persone piu’ importanti della mia vita per un’intervista su LeadingMyself. La persona in questione e’ una donna. In particolare, e’ la mia tanto odiata e tanto amata ex capa. Quella che mi ha fatto piangere lacrime amare (tante) e sputare sangue (tanto) nei miei primi anni newyorkesi, ma che mi ha anche insegnato molte (moltissime) cose, e mi ha praticamente “creato” dal punto di vista professionale.
Una donna. Che mi ha soprattutto insegnato che che aggiungere un poco di femminilita’ alla propria vita professionale non vuol dire dipingere I muri dell’ufficio di rosa. E che aggiungerla, quella femminilita’, e’ non solo un privilegio e un diritto, ma anche e soprattutto un dovere.
Perche mi metto a parlare di una donna, mi direte voi. Perche l’8 Marzo e’ la Festa delle Donne. E mi sentivo in dovere di parlare un poco di come questa festa viene vissuta da questa parte dell’Oceano.
Premettiamo che manco dall’Italia da sette anni, quasi otto, e diciamo anche che i miei ricordi della serata della Festa delle Donne includono un sacco di gridolini, boa di piume color fuxia, serate discotecare, torta mimosa, e soprattutto, l’ultimo ricordo che ho dell’ultima festa delle donne che ho festeggiato in Italia: una notte terminata con una capocciata sul naso che la mia migliore amica di allora mi ha tirato mentre saliva in macchina, in preda all’euforia di fine serata, o ai fiumi dell’alcool, una delle due. Anche lei mi ha fatto sputare sangue (tanto.)
Premettiamo anche che non mi e’ mai piaciuto uscire alla Festa delle Donne perche, cosi come diceva l’amica della capocciata di cui sopra, l’8 Marzo “aprono le gabbie” — ovvero se ne vede in giro di ogni, e soprattutto se in club o discoteche in cui ci sono previsti nel programma degli spogliarellisti (che uno dice, ma devo pure pagare per vedere uno che si toglie i vestiti?!)
Aggiungiamo anche che a me sta cosa che le donne per festeggiare la festa delle donne vanno in giro a sbevazzare e a fare le stupide mi fa un po’ anche imbestialire perche porca miseria se ci vedessero le suffragette in quello stato due ceffoni da girarci la faccia e uno sputo in un occhio. Un po’ come se vedessero Anastasia Steele — la prenderebbero a frustate loro stesse, ma con piu’ veemenza, altro che Mr. Grey dei miei stival(etti del Suffragio.)
Tutto questo per dire che a New York la Festa delle Donne non e’ propriamente festeggiata. O meglio, non come la pensiamo noi (ovvero con milioni di party nei locali piu’ in, creati e pensati da uomini, che fanno entrare le donne gratis, disseminano drink fortissimi, poi a una qual’ora permettono l’ingresso agli uomini che sono disposti a pagare il doppio per entrare come dei lupi mannari in un covo di galline. Praticamente e’ una tecnica di business che ci manda al macello, ora che ci penso.) Comunque dicevo, qui la Festa delle Donne e’ sempre l’8 Marzo, ma al posto di sfracellarsi la faccia per celebrare la loro liberta’, le donne si riuniscono e parlano del tanto lavoro che c’e’ ancora da fare. Fanno summit, ascoltano altre donne, marciano per l’uguaglianza, parlano e si confrontano. Perche ancora ci sono paesi che l’uguaglianza non ce l’hanno. Paesi in cui le donne non possono nemmeno far vedere la faccia, figuriamoci bere in pubblico e andare in giro a far casino.
Quindi, per terminare il pippone, vi lascio con una domanda: non e’ che siamo noi stesse che alimentiamo gli stereotipi sulle donne? Non siamo noi stesse che quando facciamo le gatte morte permettiamo che l’altro sesso ci veda come delle gatte morte? Non siamo noi stesse che, fondamentalmente, ci prendiamo per il culo da sole?
Nel dubbio amletico, guardatevi questo video, un po’ vecchiotto e gia’ circolato, ma che a me fa sempre un po’ commuovere, e ripromettere a me stessa che se mai avro una figlia la prima cosa che le insegnero’ sara’ di vivere “like a girl” — che per me vuol dire vivere al massimo, con la consapevolezza del proprio corpo, della propria mente, della propria persona. Eggia’, perche siamo persone. E donne, per giunta.
Buonasera, ho visto il suo video su you tube “Bisogna avere le idee chiare per rimanere a New York”.
E’ possibile avere gentilmente il nome di un buon avvocato americano che mi aiuta a trovare una soluzione per rimanere a New York?
La ringrazio
Cordiali saluti
Mina