Quest’anno, come ben sappiamo, l’Italia ha compiuto 150 anni.
Mi sono sentita un po’ smarrita e malinconica quando lo scorso marzo, le strade di New York rimbombavano solo ed esclusivamente di risate frivole provenienti da facce dipinte di verde in onore di San Patrizio, il patrono d’Irlanda. Il vescovo missionario viene festeggiato da tutti gli irlandesi nel mondo proprio il 17 marzo ed è noto principalmente per aver salvato l’Irlanda dai serpenti respingendoli in mare. Tutte queste storielle interessanti contornate dai simpatici festeggiamenti irlandesi (birra dalle 10 di mattina fino a notte fonda) non sono bastati a farmi dimenticare l’importanza della ricorrenza italiana.
Non potevo credere che a New York non ci fosse alcun tipo di evento che festeggiasse dignitosamente il compleanno del nostro incantevole stivaletto. Così, dopo aver fatto un po’ di ricerche, ho scoperto che il 27 marzo, “Industria Superstudio”, una nuova galleria d’arte diretta dal fotografo Fabrizio Ferri, situata nel cuore del Meatpacking District, avrebbe ospitato l’inaugurazione di UN’ITA, una mostra collettiva di 46 artisti italiani che con le loro opere hanno creato un legame tra gli Stati Uniti e l’Italia. Vi chiederete cosa c’entri tutto ciò con l’unità d’Italia? Ebbene sì, l’evento è stato creato in concomitanza col 150mo anniversario del Bel Paese.
Infatti, oltre a presentare l’inaugurazione della mostra, ad offrire al pubblico mille leccornie italiane che hanno contribuito profondamente ad arricchire la sfera culinaria mondiale, lo spazio ha ospitato personaggi celeberrimi come Isabella Rossellini, Michael Imperioli e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dopo momenti di forte commozione durante l’inno cantato dai ragazzi della Scuola d’Italia Guglielmo Marconi e per il discorso tenuto da Fabrizio Ferri per presentare il Presidente, gli ospiti più importanti si sono riuniti nello Studio 3 (un’ampia stanza all’interno della Galleria) per la conferenza stampa. Grazie all’aiuto di un’amica sono riuscita a sgattaiolare nello Studio 3 e senza neanche accorgermene mi sono trovata faccia a faccia col presidente. Per qualche ragione mi sentivo molto emozionata e sono solo riuscita a farfugliare una frase che faceva più o meno così: “Un messaggio per i giovani italiani a New York?”. Il signor Napolitano, sorridendo e con tono rassicurante, ha risposto che cerca di puntare il più possibile sui giovani perché sono il futuro dell’Italia, tuttavia non ama parlare di “fuga dei cervelli” quando qualcuno lascia il proprio Paese, perché è semplicemente possibile trovare delle radici altrove e sarebbe “una stupidità cercare di farvi tornare o spronarvi a non partire quindi imparate e se decidete di tornare applicate tutto quello che avete appreso”. Non sono riuscita a registrarlo mentre parlava, ma questa era l’essenza del discorso. Mi ha colpito molto per la sua ovvietà apparente che in qualche modo celava delle verità inequivocabili.
Il sottofondo di musica tradizionale, i cibi succulenti che ho assaporato, l’arte dello stare insieme all’italiana e il godersi la vita con delle semplici chiacchiere mi hanno fatto completamente immergere in un mondo italiano oltreoceano, così abbandonando l’immagine di mille guanciotte paonazze irlandesi decorate da trifogli verdi.
Belle parole, ma non sarebbe meglio migliorare le cose per evitare che i giovani vadano via? Perchè se è vero che alcuni se ne vanno perchè ‘trovano le proprie radici altrove’ è anche vero che molti migrano perchè non hanno alternative…
E’ bello stare in una città come New York che è il simbolo dell’America e nello stesso tempo può diventare un simbolo per il mondo anche con il contributo degli italiani. Ad Maiora!
brividi lungo la schiena, commovente.
grazie Presidente, grazie F. Ferri.
noi giovani siamo il presente e il futuro del nostro paese e degli stai uniti, crediamoci italia…..nonostatnte le difficolta’…
Gli italiani sono il passato presente e futuro di NY e degli USA! E come ha detto il Presidente, se tornate, portate una ventata di aria buona in questo decrepito paese. Ma credo che sia più probabile che vi raggiunga prima io, che torniate voi…
volevo congratularmi con Paola per avermi accompagnato per mano in una città meravigliosa come NY.
grazie