I Visti EB-1 sono riservati alle persone che si auto raccomandano come meritevoli di essere titolari di una Green Card, perché ritengono di possedere delle caratteristiche professionali, artistiche, sportive, scientifiche dimostrabilmente al di sopra della media di chi opera nel loro stesso campo di attività. “Non serve, per questi aspiranti immigranti, che un’azienda o un altro ente americano autorizzato sia interessato ad assumerli, e possono sponsorizzarsi da sé e far domanda”, spiega Maryna Lansky, avvocatessa newyorkese specializzata nell’immigrazione. “Devono preparare la modulistica, raccogliere documenti, referenze e testimonianze di autorità riconosciute, lettere scritte da esperti nel loro campo, premi ricevuti, partecipazioni a convegni ed eventi qualificati, interviste su di loro e ogni altro materiale che provi che sono al top nel loro settore”. Quando il materiale è pronto, dovrà essere tradotto in inglese e dovrà essere prodotta la relativa certificazione notarile che attesti la fedeltà della traduzione. L’assistenza di un legale che segua la procedura del Visto EB-1 è di fatto indispensabile, anche se l’interessato non deve trovarsi necessariamente già negli Usa per chiedere la Green Card per questa strada e quindi non deve per forza già essere in possesso di un Visto non-immigrant. Il successo ovviamente non è garantito, ma siccome la burocrazia americana ha stilato una decina di requisiti ”oggettivi”, di cui almeno tre devono essere soddisfatti pienamente per essere promossi per “straordinaria abilità”, un avvocato esperto e onesto saprà dire in anticipo se è il caso di imbarcarsi, con i costi relativi, nell’auto-sponsorizzazione per meriti individuali. Gli aspetti positivi di questa trafila sono che non c’è un tetto al numero di domande, e che, se le cose vanno per il verso giusto, la Green Card arriva a casa in un anno, massimo un anno e mezzo da quando si è deciso di avviare l’iter con l’ok del legale.
Carta Verde Agli Stranieri “Di Straordinaria Abilita’”
Da un articolo di Glauco Maggi pubblicato nel luglio 2011 su La Stampa. Glauco Maggi risiede a New York da 11 anni , dove lavora come giornalista per La Stampa e per Libero. Ha scritto nel 2011 il libro “Obama dimezzato” con Maria Teresa Cometto del Corriere della Sera (Boroli Editore). Recentemente ha iniziato una rubrica quotidiana sugli Stati Uniti d’America dal titolo “Diari d’America” per Libero.
io sono il top del top tra quelli che desiderano vivere li, non c’è nessuno più bravo di me a desiderarlo……. vale lo stesso???
simpatico, se convinci l’Immigration….
ciao,ho trovato molto interessante questo articolo.
per quanto concerne l’ambito musicale,post-production,arrangement,producer,musician ecc ecc,l iter da svolgere è lo stesso?
Pongo questa domanda perchè essendo un campo diverso dal consueto,spesso come competenze si mandano lavori svolti,i pre e i dopo per quanto riguarda le produzioni e gli arrangiamenti,ecc ecc..
esistono enti che trattano esclusivamente questo tipo di settori?