• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale
  • Passa alla barra laterale primaria
  • Passa al piè di pagina
  • Chi Sono
  • I SARTORIALI
  • SHOP
  • English
  • Nav Social Menu

    • Email
    • Instagram

Cartoline da Cristina

Viaggi Alternativi | Itinerari Consapevoli | Inglese del Viaggiatore

  • New York
    • Vita a New York
    • Curiosita’
  • Viaggi
  • Lavoro
  • I SARTORIALI
  • IMPARA L’INGLESE

Arte a New York: parto pubblico e bagno promiscuo nei musei

2 Novembre 2011 di Cristina 4 commenti

L’arte estrema ci aveva personalmente disgustato con la “cacca d’artista” di Manzoni (Piero, non Alessandro!) esposta nei barattoli (alla Triennale di Venezia qualche anno fa e più recentemente alla Gagosian di Manhattan ). O con la visione della lastra di ferro, arrugginita dall’urina di Andy Warol, al Mus…eo di Pittsburgh interamente dedicato alla sua produzione artistica. Poi è subentrata la curiosità, o il guardonismo un po’ infantile, per le performance di artisti viventi che si presentano nudi e statuari, per ore, davanti al pubblico di musei celeberrimi: al Moma (Museum of Modern Art) di New York ricordo di essere passato tra un ragazzo e una ragazza ignudi, uno di fronte all’altra distanziati da una trentina di centimetri. Quella era l’arte: strusciare o non strusciare? Dimentico senza dubbio tante altre “iniziative” di questo genere cui ho assistito, girando per le case d’arte della Grande Mela. Ma avete afferrato il concetto: che cosa non si fa per trovare una nicchia culturale, e possibilmente un palcoscenico dove “esprimere se stessi”?

Bene. Questa settimana di fine ottobre a New York sarà ricordata per due altre “opere” che si iscrivono di diritto nella galleria dell’arte di frontiera. Marni Kotak, 36 anni, artista di Brooklyn con un marito banalmente pittore, ha dato martedì scorso alla luce Ajax, “nove libbre e due once, 21 pollici”, come informa un comunicato della Microscope Gallery. Che non è un ospedale ma, appunto, una galleria d’arte. Il parto è avvenuto davanti al pubblico dei visitatori. Io, dopo la testimonianza diretta della cacca, della pipì, e dello struscio, ho schivato la visione in diretta dell’uscita di Ajax dal grembo. Va bene fare il cronista sul posto, ma a volte le agenzie di stampa sono più che sufficienti per raccontare le cose. Kotak ha anche definito, per i posteri, che il parto “è la forma più alta di arte”. Ha anche promesso, o minacciato, che non è finita qui: in futuro, mostrerà “l’arte di allevare il bambino”, documentando le fasi della crescita con video e racconti.

Il filmato del parto è già in visione alla Microscope. Se c’è del genio in Kotak, è quello di trovare come farsi finanziare la normale attività di mamma, ma senza aver dato alla luce sei o sette gemelli, quei record della cicogna che giustamente attirano le sponsorizzazioni delle ditte dei pannolini o del latte in polvere. La seconda performance è in esibizione al New Museum, sulla Bowery nel Lower East Side, l’ultimo grande museo di arte post-contemporanea-liquida (ho inventato ora io il termine). C’è una vasca di acqua salatissima e a temperatura corporea dove, avete indovinato, i volontari del pubblico sono invitati a entrare e sguazzare. Nudi totalmente, se credono. Se viene in mente una piscina si è fuori strada: le normali piscine hanno le licenze del municipio, che richiede vi siano degli standard di igiene, mentre i curatori del New Museum non avevano chiesto nessun permesso per la “Experience” di Carsten Hoeller. Così l’assessorato della salute della città è subito intervenuto. Ma la censura è stata blanda: sarà cura dei guardiani far entrare le persone una alla volta, per non scambiarsi direttamente i germi. Che garanzie ci sono di non ammalarsi? Chi entra per fare l’ “esperienza” deve firmare un documento in cui afferma di “non avere alcuna malattia contagiosa o altre condizioni di salute negative che possono essere trasmesse stando in acqua con altre persone”. Mah. Una volta non c’erano tutte queste restrizioni all’arte libera e pura. Fossi in Hoeller toglierei il tappo in fondo alla vasca e me ne andrei sdegnato.

Da un articolo di Glauco Maggi pubblicato su Libero. Glauco Maggi risiede a New York da 11 anni , dove lavora come giornalista per La Stampa e per Libero. Ha scritto nel 2011 il libro “Obama dimezzato”  con Maria Teresa Cometto del Corriere della Sera (Boroli Editore). Recentemente ha iniziato una rubrica quotidiana sugli Stati Uniti d’America dal titolo “Diari d’America” per Libero.

Altri Articoli:

  • Una Riflessione sul Macabro, a New YorkUna Riflessione sul Macabro, a New York
  • Quanti senza tetto ha New York?Quanti senza tetto ha New York?
  • Secondo Linus New York e' Troppo. E ha Ragione.Secondo Linus New York e' Troppo. E ha Ragione.
  • A spasso per New York con un video epico!A spasso per New York con un video epico!

Archiviato in:Curiosita'

Post precedente: « La parata di Halloween a New York
Post successivo: SOS Tata arriva a New York City! »

Interazioni del lettore

Commenti

  1. Gianluca

    3 Novembre 2011 alle 09:36

    Caro Dottor Maggi, diciamo che questo neonato ha un padre che è un idiota, vedendo i rischi a cui lo ha esposto in nome di non si sa quale arte, forse quella del dollaro verde…ad ogni modo, se non ha già visto abbastanza potrebbe andare in Wooster St, che è una traversa di Broome St., e visitare la Earth Room. Si scordi di entrare in un classico museo, non lo è, si accede dal portone di un condominio, salendo al primo piano, se non ricordo male, trova l’ingresso con un ragazzo che vi accoglie, l’ingresso è gratuito.
    Cosa si ammira? Una stanza enorme, piena di terra fresca e umida!
    L’opera è dell’artista Walter De Maria. Le posso dire che è una esperienza molto particolare, toccante oppure…sconcertante, dipende dai punti di vista…..si sconsiglia d’indossare degli occhiali, in quanto si appannerebbero in pochissimi secondi.
    Se ci va, mi faccia sapere che ne pensa, ovviamente, iNewYorkers l’invito è anche per voi…..

    Ciao, Gianluca

  2. Gianluca

    3 Novembre 2011 alle 09:38

    …..scusate mi sono dimenticato il link….se volete sapere maggiori dettagli.
    http://www.diaart.org/sites/main/earthroom

    Saluti, Gianluca

  3. iki86

    4 Novembre 2011 alle 11:02

    tra l’articolo e il post di gianluca mi vengono in mente solo due cose
    1 – Sarò io ad avere la mente chiusa e a non capire certa arte
    2 – L’arte qui non sta nell’opera in se, ma nell’abilità di farla passare come opera d’arte

  4. iNewYork.it

    4 Novembre 2011 alle 14:37

    Ahahah! Mitico Gianluca! Ci andremo prima o poi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Barra laterale primaria

Benvenuti

Cristina: una 9to5-er. Una professionista nel mondo del marketing e comunicazione. Una viaggiatrice linguista. Una sognatrice accanita che crede ancora nelle favole. Eternamente impaziente. In breve: un’italiana a New York che cerca in continuazione di vedere il lato magico nella vita di tutti i giorni.

Scopri di più

Seguimi

  • Email
  • Instagram

CERCA NEL SITO

ALTRI ARTICOLI

  • Prossime tappe del sabbatico: l’Italia e le sue isole
  • Cartoline d’Avvento – Seconda Edizione
  • Il Perche’ del Nostro Anno Sabbatico
  • Dormire a New York: Meglio un Hotel o un Appartamento?
  • Come si Celebra l’Anno Lunare Nuovo a New York
  • Quattro Cose da Fare e da Vedere a Times Square
  • Le 3 cose da fare a New York quando fa freddo

Footer

Cartoline da Cristina su Instagram

Copyright © 2023 · CartolinedaCristina · Webdesign by LittleBig Studio