Ho una vera passione per gli atlanti geografici e li leggo così tante volte da ricordarli quasi a memoria. Per questo so esattamente che, in Europa, il limite climatico per la coltivazione della vite è la Francia settentrionale, che culmina con la regione dello Champagne. Più a nord la coltura è possibile, ma diventa molto difficile mantenere in vita le piante durante i lunghi e rigidi inverni.
Ora, chiunque conosca l’Europa centrale, sa che la brutta stagione non è nemmeno paragonabile a quella di New York; la rinomata corrente del Golfo rende le tormente di neve molto rare e solitamente la temperatura non scende sotto i -10 per troppi giorni di fila.
Niente a che vedere con gli inverni dell’East Coast, in particolare con quelli delle zone interne: tempeste di neve e gelate improvvise e prolungate non ne fanno un luogo esattamente accogliente per animali e vegetali. Ciononostante, la passione per il vino, insieme alla moda dei prodotti a “chilometro zero”, ha spinto alcuni viticoltori a tentare l’impresa di creare vigneti nello stato di New York, nell’alta valle dell’Hudson oltre Albany e vicine al lago Ontario.
Con l’aiuto del dipartimento dell’agricoltura, la Cornell University ha creato il “Northern Grapes Project”, con l’intento di selezionare varietà di vite adatte a sopravvivere a gelate di -40 C°. L’impresa è cominciata più di vent’anni fa, ma è ormai a buon punto.
I risultati migliori per ora sono La Crescent, un moscato con note di agrumi, albicocca e miele e il Marquette, un pinot nero con sentori di ciliegia. La prossima volta che avete in mente una gita enologica internazionale, lasciate perdere la solita Napa Valley e passate per Upstate New York.
Bono a sapesse..!
Il Pinot con sentori di ciliegia mi mancava.. ma benvenuto..!
Ora però.. mi dedico al Cannonau di Mògoro..!
Salutoni..
Gianni Morgan Usai