Uno dei film piu’ belli dell’universo — di quelli che ti riguarderesti per ore e ore, ogni sera della settimana, ogni settimana del mese — e’ secondo me la trilogia di Indiana Jones. (Ok, ok, ho detto trilogia — quindi escludo appositamente l’ultimo film, quello con gli alieni dalle teste di cristallo… Che a pensarci ancora mi viene un po’ da piangere…)
Indiana Jones rappresenta a mio avviso la voglia innata e primitiva dell’essere umano di scoprire parti del mondo ancora nascoste. Quella curiosita’ tipicamente omerica che trascende ogni tipo di cultura, barriera linguistica o nazionalita’. Quella sensazione da brivido sulla schiena di cui si percepisce un lieve riflesso mentre si cammina lungo un corridoio del museo di scienze naturali.
Che da piccola volessi fare l’archeologa e giocassi con le mie vicine di casa a far finta di essere Indiana Jones ormai penso si sara’ capito (eh gia’, che infanzia difficile, direte voi..). Sta di fatto che poi ho scelto di intraprendere un’altra strada — ma ancora cerco in ogni modo di inseguire quell’emozione che Junior (“Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Junior!?!”) ha stampata in faccia ogni volta che entra la spelonca delle meraviglie e scopre tesori che per decine e decine di centinaia di anni sono stati nascosti all’umanita’.
Ebbene, nonostante a molti di voi sembrera’ che stia per dire una gran boiata, in questi anni ho scoperto che trasferirmi a New York e’ stata una delle esperienze piu’ vicine all’emozione di Indiana Jones quando entra nella grotta.
A parte i vari bar e ristoranti nascosti che in citta’ ormai si conoscono e si frequentano, e di cui l’unica cosa a rimanere nascosta e’ il fatto che ormai non siano piu’ cosi’ tanto nascosti, mi riferisco a tutte quelle piccole perle preziose che… “solo a New York”. Ad esempio, zompettare sui grattacieli scoprendo ponti di ferro arrugginiti e’ stata una delle esperienze piu’ meravigliose della vita. Cosi’ come scoprire angoli nascosti della citta’ che paiono essere totalmente vergini.
Dunque, cari lettori, qualche giorno fa abbiamo parlato dell’Underbelly Project — e siamo ora pronti a condividere un altro progetto sotterraneo recentemente riemerso: la stazione della metropolitana di City Hall.
La famosa stazione, aperta nel 1904, fu quasi subito chiusa per via di un rinnovamento nel tipo di treni utilizzati dal sistema metropolitano, rimanendo cosi’ un gioiello architettonico (inizialmente era stata pensata come il crocevia dell’intero sistema e quindi abbellito con tanto di archi e rifiniture in bronzo) assolutamente nascosto.
Sebbene chiusa, la stazione veniva utilizzata fino a qualche decennio fa come punto di manovra dei treni della linea 6 dopo l’ultima fermata di Brooklyn Bridge. Inutile dire che dopo l’11 Settembre, hanno iniziato a far scendere i passeggeri prima che il treno si godesse da solo la meraviglia della stazione di City Hall mentre faceva manovra e tornava indietro dall’altro lato.
A quanto pare pero’, le cose sono cambiate, e il treno della linea 6 non fa piu’ scendere i passeggeri sulla piattaforma mentre fa manovra: li porta con se’ nelle viscere e meandri della stazione abbandonata — ma non dimenticata.
Ovviamente la vista dai finestrini del treno non e’ il massimo, dicono, ma la sensazione da Indiana Jones alla ricerca del tempio perduto c’e’ tutta! Inutile dire che sapete dove trovarci questo weekend!
Per chi invece non si accontentasse di un’esperienza mordi e fuggi, il Transit Museum offre tour della stazione di tanto in tanto — per far avverare tutti, ma proprio tutti, i sogni da piccoli archeloghi ancora racchiusi in voi.
Bellissima,ricorda vagamente le stazioni di Mosca!
ciao
ero a new york la settimana scorsa 🙁
sono finita per sbaglio al capolinea della linea 6, ma ci hanno fatti scendere alla fermata di brooklyn bridge.
chiaro che se rimani sopra, non so se ne accorga qualcuno.. 😀
ma ufficialmente non si potrebbe
annotata un’altra cosa da vedere la prossima volta!! grazieeee
Ci voglio andare!!! Quando mi portate?!?!