Come avrete visto da Instagram, sono spesso in viaggio per lavoro. Grazie al cielo non tanto quanto i miei capi, ma abbastanza frequentemente da farmi andare in giro con il passaporto in borsetta (pessima, pessima idea. Non fatelo mai.)

Lo so che lo sto dicendo quasi con rimorso, ma la verita’ e’ che viaggiare mi piace molto. Sia per lavoro che per piacere. E avendo passato lo scorso anno “on the road” mi sento di parlarvi della mia esperienza e darvi un paio di consigli, specialmente per quanto riguarda i cinque atteggiamenti che ho imparato ad avere quando si viaggia cosi spesso per lavoro — cosi da non sentirsi troppo destabilizzati a causa del troppo movimento.

- IL CAMBIO DI PROSPETTIVA. La prima cosa di cui vi accorgete quando viaggiate tanto per lavoro e’ che sembrano esserci tantissimi momenti morti tra i vari spostamenti. I voli in aereo frequenti e interminabili. I viaggi in macchina o in treno di ore. Gli spostamenti da e per gli aeroporti. Bene. La cosa fondamentale che ho imparato e’ che un cambio di prospettiva e’ necessario quando c’e’ la sensazione di star perdendo tempo nei mezzi di trasporto. Anziche’ pensare di star “aspettando” di arrivare dove dovete andare, scegliete un paio di cose che potete fare per rendere quel tempo piacevole o produttivo. Quello che ho imparato e’ anche che se in questi viaggi mi butto sul lavoro per tutta la durata del viaggio va a finire che arrivo a destinazione che anziché essere pronta per milioni di meeting, sono gia esausta ancora prima di partire. Quindi le mie attivita’ preferite durante i tragitti sono: leggere, un libro, un giornale, quello che mi passa sotto mano, che di solito e’ quello che mi colpisce di più in aeroporto e che compro totalmente d’istinto. Scrivere, sul blog, su un diario, sul mio Moleskine. Meditare. Se il viaggio non e’ lunghissimo lo uso per ascoltare musica, rilassarmi, meditare (attivita’ che ho scoperto da poco e che mi aiuta tantissimo per l’equilibrio psicofisico!)
- IL COMPARTIMENTALISMO. Una cosa che ho imparato a fare e’ anche prendermi i miei spazi quando in viaggio. E’ facile essere completamente assorbiti dalle attivita’ lavorative per cui si sta viaggiando. E’ facile dimenticarsi delle regole base della cura di se stessi nel momento in cui si viaggia cosi tanto e le routine sono spezzate. Quindi, anche fosse tarda serata, e solo per mezzora, cerco di disconnettere dal lavoro, che in viaggio sembra davvero essere 24/7, e vado a fare una passeggiata, o visitare un museo (se aperto anche di sera) o semplicemente faccio la spesa per le cose essenziali che a casa avrei: un te che mi piace, della frutta, dell’acqua.
- L’ATTACCAMENTO ALLE ROUTINE. Quando si e’ lontani da casa, molto spesso ci si dimentica delle proprie abitudini. Si saltano pasti in famiglia, riunioni coi vicini, passeggiate nel proprio quartiere. E quello che prima era un’avventura e qualcosa di stimolante, ben presto diventa un’interruzione delle nostre routine che sembra permanente. A lungo andare e’ estremamente destabilizzante. Ed e’ per questo che e’ fondamentale attaccarsi il più possibile a determinate routine, che possono essere le stesse che si hanno a casa o possono essere delle nuove routine “da viaggio.” Le mie routine: una passeggiata la mattina con colazione annessa se possibile. Dieci minuti del mio tempo appena riesco per leggere un libro. Mezzora al telefono con mio marito per raccontarci comunque le giornate. Fino alle cose più minime, come una crema viso da applicarsi tutte le sere e che ha l’odore di casa.
- IL COLLEGAMENTO COI FAMIGLIARI. Quando si e’ lontani e non si vive la quotidianità di casa e’ anche facile perdersi i pezzi. Chi ha parlato con chi. Chi ha visto chi. Cosa si e’ fatto durante la giornata. Fino al pagamento delle bollette. Il fare la spesa. Il comprare la carta igienica. E’ importantissimo mantenersi in contatto con i famigliari, mostrare l’interesse di sempre nelle loro vite, e soprattutto ascoltare ascoltare ascoltare. Fare sentire la propria presenza anche quando lontani.
- LA POSITIVITA’. Non so voi, ma quando mi subentra la stanchezza finisce che vedo tutto nero. E d’improvviso essere lontano da casa mi pesa. Sento che mi viene a mancare quel senso di appartenenza e di certezza e sicurezza che e’ poi alla base della felicita’ umana. Bene, in quei momenti mi auto impongo di fare qualcosa che so mi renderà felice. Riguardare vecchie foto di momenti indimenticabili, mangiare qualcosa che mi piace (in moderazione, se no altro che prova costume,) mandare un sms a un’amica. Basta poco, a volte, per far ritornare il sole. Anche se e’ il sole di un cielo diverso da casa.
Lascia un commento